Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo su Cattolica News brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno accompagnati da un’immagine scelta in rete.
Vangelo di Giovanni (Gv 3,7-15)
Ascolta "Di terra e di cielo" su Spreaker.
Il Figlio dell’uomo innalzato. Lo ha bene intuito F. Nietzsche: se il cielo viene spazzato da chi lo abita, quel posto va rimpiazzato. L’uomo non può vivere senza qualcuno che lo ospiti, che gli offra ciò che il suo cuore desidera. Non si accontenta di ciò che ha, non per sempre. Cielo è l’orizzonte, confinato o sconfinato, ben più abbondante di quell’ “aiuola che ci fa tanto feroci” (Dante, Paradiso XXII, 151).
Mentre tutti siamo ristretti in spazi angusti, chi non ha uno sguardo di cielo evade, come può, alla ricerca di uno spazio, comunque insufficiente. C’è chi è più docile o virtuoso, ma non basta per "vivere in una gabbia", sia pure dorata.
Dunque l’uomo può essere cielo per l’uomo? Sì, se Dio stesso si fa uomo. Lo scandalo che Gesù rappresenta divide. Lo avevano compreso bene quanti hanno decretato la sua condanna a morte per una pretesa che appariva (e appare) davvero sconcertante. La fede dei semplici non teme di abbracciare l’attesa rispondente alle aspirazioni del cuore. Che quell’uomo innalzato sia effettivamente ciò che ha detto. Il Figlio dell’uomo che è vero Figlio di Dio. Perché anche noi possiamo ricevere in Lui l’eredità che ha promessa.
Luca Ferrari, docente di teologia ed Assistente pastorale