La matematica può essere divertente, può appassionare, può aiutarci a smascherare situazioni verosimili dimostrandone l’infondatezza o, al contrario, può contribuire a creare illusioni.
Ne è un eccellente esempio la storia di Martin Gardner (1914-2010) - matematico, illusionista e divulgatore scientifico statunitense, con interessi variegati che spaziavano dalla filosofia allo scetticismo scientifico. Oltre ad essere per molti anni il curatore della rubrica "Mathematical Games" sulla rivista Scientific American (la cui versione italiana era "Giochi Matematici", pubblicata su Le Scienze) e autore di più di 65 libri e articoli nel campo della matematica, scienza, filosofia, letteratura, grazie alla matematica Gardner era solito creare illusioni o, al contrario, dimostrare l’impossibilità di fatti creduti veri.
Per ricordare tale figura e il relativo approccio inedito e brillante alla disciplina, ogni anno e in tutto il mondo ricorre Celebration of mind: giornata istituita allo scopo di incentivare le nuove generazioni a esplorare il mondo della matematica e della scienza in modo divertente.
Il Dipartimento di Matematica e fisica della Cattolica di Brescia ha fatto parte delle oltre 40 realtà internazionali aderenti all’iniziativa, e così, lo scorso 24 ottobre, protagonisti dell’evento bresciano sono stati i nodi. «La teoria dei nodi, oltre ad essere molto affascinante, ha una grande importanza per la matematica e discipline come la fisica» ha infatti spiegato Maurizio Paolini, direttore del Dipartimento.
Non solo studiosi e addetti ai lavori, secondo lo spirito dell'iniziativa la giornata ha coinvolto gli studenti di 8 classi dei licei scientifici cittadini Calini e Leonardo - riuniti nell’auditorium di quest’ultimo - illustrando modelli e teoremi alla base di complesse teorie matematiche e geometriche ma in questa sede spiegati in chiave giocosa, divertente o sotto forma di rompicapo con vari livelli di difficoltà.
Tra gli argomenti proposti agli studenti, la cosiddetta “Danza dei nodi” – inventata dal matematico John H. Conway – in cui 4 studenti, ciascuno posizionato a un capo di due corde annodate, sono stati invitati dai volontari e dai ricercatori del Dipartimento a sbrogliare i nodi, spostandosi in base ai risultati raggiunti con calcoli e frazioni.
Grande successo anche per il cubo di Rubik – il rompicapo per eccellenza - e la dimostrazione “Superfici minime con le bolle di sapone” che, con solo l’ausilio di geometrie in fil di ferro e contenitori colmi d’acqua saponata, ha permesso di illustrare agli studenti concetti potenzialmente complessi come la “tensione superficiale” e le caratteristiche principali delle superfici minime.