di monsignor Claudio Giuliodori *
La solennità del Sacro Cuore è una tappa importante della vita liturgica della Chiesa. Ma per noi è anche il momento in cui ci fermiamo a ringraziare il Signore Gesù per aver preso sotto il suo sguardo premuroso e aver stretto nel suo abbraccio protettivo l’Università Cattolica. La dedicazione dell’Ateneo al Sacro Cuore, che come sappiamo è stata una coraggiosa scelta dei fondatori, costituisce anche un preciso riferimento valoriale per il cammino e la vita quotidiana della nostra comunità. Se tutte le Università Cattoliche, come scrive Giovanni Paolo II nell’Ex corde ecclesiae, scaturiscono dalla passione educativa della Chiesa e quindi dall’iniziativa sapiente di Dio, il nostro Ateneo porta un sigillo ancora più forte e distintivo avendo fin dall’inizio affidato il suo destino al Sacro Cuore di Gesù.
Possiamo certamente dire che il Signore non ha deluso le aspettative e grazie ai tanti cuori che dall’inizio fino ai nostri giorni hanno sintonizzato il battito con il cuore del Signore, l’Ateneo dei cattolici italiani è cresciuto fino a diventare, nel panorama accademico italiano ed europeo, una delle voci più autorevoli e apprezzate. Siamo grati a docenti, studenti e personale tecnico amministrativo che hanno messo con passione e sincerità di cuore i loro volti, le loro intelligenze e le loro competenze, a servizio della famiglia dell’Università Cattolica. […]
Per non perdere mai di vista il fine ultimo di questa iniziativa che i fondatori hanno voluto affidare al Sacro Cuore il nostro Ateneo. Sappiamo bene che per padre Agostino Gemelli, Armida Barelli e i loro collaboratori questo affidamento era tutt’altro che un semplice riferimento devozionale. Era, e non può che essere ancora per noi oggi con immutato valore, la misura dell’agire e il parametro di verifica di ogni progetto e auspicabile sviluppo. Impresa non facile per gli inizi ma forse ancor più impegnativa per l’oggi.
Se agli inizi era un fiducioso abbandono alla provvidenza divina, per noi oggi che abbiamo raggiunto traguardi prestigiosi, è il richiamo a tenere sempre alto e chiaro il fine del nostro impegno che è quello di formare i giovani a quell’ “intelligenza del cuore”, che consente di raggiungere una piena maturità umana, intellettuale e spirituale. Di fronte ad un’opera così grande non possiamo che sentirci sempre piccoli e inadeguati e per questo dobbiamo con fiducia e umiltà affidarci al Signore e invocare la sua grazia.
* Assistente ecclesiastico spirituale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Stralci dell’omelia pronunciata in aula magna mercoledì 21 giugno in occasione celebrazione eucaristica in preparazione alla Festa del Sacro Cuore. Scarica il testo integrale