Riflettere sulle frontiere della formazione umana e professionale al giorno d’oggi non può prescindere dal perseguire una realizzazione personale e comunitaria del singolo, a cui una società deve aspirare.
Con queste premesse si è aperto il convegno “La nuove frontiere della formazione. Giovani, network, alleanze” promosso da Cnos Fap Formazione Professionale Salesiana in collaborazione, e nella sede, dell’Università Cattolica.
I lavori si sono aperti con i saluti del Presidente della facoltà di Scienze della formazione Luigi Pati e con l’intervento del sindaco Emilio Del Bono, che si è espresso per sottolineare come "il patto formativo tra imprese, università e giovani, è sinergico per la crescita di un territorio".
Al centro degli interventi è stata la consapevolezza di come una nuova formazione possa concretizzarsi soltanto attraverso un’alleanza tra persone attente all'attuale condizione giovanile, creando così i presupposti per individuare e sviluppare talenti e competenze specifiche di ciascuno.
“Oltre alle competenze avanzate e digitali, un ruolo sempre più cruciale è riconosciuto a life skills come intraprendenza, creatività, apertura al nuovo e disponibilità ad aggiornarsi continuamente – ha sottolineato il coordinatore del corso di laurea magistrale in Progettazione Pedagogica e formazione delle risorse umane, Pierluigi Malavasi. Le life skills permettono ai giovani, non solo di creare opportunità, ma anche farsi trovare preparati di fronte ad occasioni propizie”.
Come fare dunque? “Ad oggi manca un piano solido per formarle e monitorarle nel percorso di transizione scuola/lavoro. Occorre dunque effettuare un riflessione in questo senso poiché formare individui vincenti e generazioni in grado di capire il mondo che cambia è fondamentale per il funzionamento della società” ha concluso Malavasi.
Esempio concreto di una realtà che va in questa direzione è quello di Federazione CNOS FAP – Formazione Professionale Salesiana che, come riportato dal suo Direttore Generale Enrico Peretti “presenta dati in contro tendenza grazie ad un programma in grado di coniugare l’istruzione e la formazione sul campo tradizionali, a valori della persona come rispetto, dedizione, responsabilità e educazione alla cittadinanza. Il problema maggiore della scuola, oggi, è forse quello di non saper leggere le reali inclinazioni dei ragazzi, che sbagliano così la scelta del percorso di studi poiché non sufficientemente indirizzati.”
La parola è stata anche ai giovani in questione, attraverso la relazione-appello scritta da Martha Uggeri e Enrico Ratti, studenti della Laurea Magistrale in Progettazione pedagogica.
Un appello alle imprese affinché “continuino ad investire nella formazione per il bene dell’azienda e del territorio, e a far crescere e valorizzare le risorse umane presenti” ma anche un appello agli insegnanti e ai formatori “che ricoprono un ruolo intermediario tra giovani e adulti, ed è quindi necessario che si mettano in gioco andando anche oltre il solo perseguimento apprendimento scolastico, per far fronte ad un contesto che richiede continuo adattamento al cambiamento”.