La tavola rotonda sulle parole chiave “Fiducia e influenza nella società digitale”, introdotta da Michele Sorice della Luiss di Roma, ha avuto nell'intervento del professor Mauro Magatti la lettura che ha dato l’avvio alla discussione.
Magatti è partito dall’etimologia della parola fiducia, fides (fede), per considerare il tema nelle forme e nei modi nel mondo in cui oggi viviamo, quale “spazio vuoto tra me e gli altri”. Oggi è una nuova era per cui la fiducia online si trasmetterà anche nel mondo reale.
Non mancano, tuttavia, occasioni dove la fiducia crolla e tende a “sfarinarsi a vantaggio di chi sparge bugie”. Citando Romano Guardini, Magatti ha detto che siamo esposti a una tensione polare: tra il ritorno del magico e la spinta verso soluzioni tecnocratiche c’è la vita reale. Il sociologo ha così invitato a ricostruire questa polarità e a continuare la riflessione sulla fiducia.
Roberta Paltrinieri, dell’Università di Bologna, in veste di sociologa della cultura, ha citato il caso del Comune di Bologna che ha dato forma a modalità di cittadinanza attiva per creare consenso politico e sociale: far sentire il territorio alle persone tramite la prossimità e l’individuazione di temi che le riguardano da vicino. I laboratori di quartiere - ha detto - sono l’anello di congiunzione tra l’amministrazione e i cittadini, e contribuiscono a costruire fiducia.
Questi spunti sono stati ripresi da Alberto Marinelli dell’Università Sapienza di Roma il quale ha fatto vari esempi dell’attuale perdita di fiducia. Uno fra tutti, quello relativo al “dott. Google”: tutti cercano notizie circa i propri mali sul maggior motore di ricerca e poi vanno dal medico, non per ascoltare i pareri della sua competenza clinica, ma per trovare conferme a quanto hanno letto in rete.
Giovanni Boccia Artieri dell’Università “Carlo Bo” di Urbino, oltre al concetto di perdita e della ricostruzione della fiducia, si è soffermato sull’influenza nella società digitale. Ha arricchito la sua relazione con esempi di stretta attualità ricavati dalla cronaca, in particolare i casi di Carola Rackete, Emma Marrone, la Gip di Agrigento Alessandra Vella. Il sociologo ha evidenziato i meccanismi di influenza come “macchine che prendono consenso senza senso”, e ha inquadrato il rapporto tra rischio e fiducia, l’accettazione di quanto non ci è familiare, “familiarizzando in un contesto di positività”. Sono utili a tal fine il recupero di nuove forme di influenza come il confronto, l’empatia, la disputa.