Federica Bombana, deceduta il 19 marzo scorso per una meningite fulminante, era una studentessa varesina di 24 anni, iscritta al corso di laurea magistrale in Gestione del lavoro e comunicazione per le organizzazioni della facoltà di Scienze politiche e sociali. Terminati gli esami, aveva iniziato l’elaborazione della tesi e, prevedendo di laurearsi a settembre, aveva da poco cominciato uno stage presso un’azienda inglese occupandosi di gestione del personale.
Proprio in azienda si è sentita male il 18 marzo: portata in ospedale a Saronno, le è stata diagnostica la sepsi da meningococco, a causa della quale è morta il giorno dopo a seguito di shock settico, lasciando un dolore indicibile nei genitori Michele e Rosanna (era figlia unica) e nella comunità di Uboldo dove viveva e che la ricorda come una ragazza solare, determinata, sorridente, attenta agli altri, amante dello sport, impegnata nello studio, con tante passioni e sogni nel cassetto.
Proprio per ricordare l’impegno di studio di Federica, i genitori hanno chiesto all’Università di poter dare atto di tale percorso accademico, drammaticamente interrotto poco prima di giungere al conseguimento della laurea. Così il 17 aprile il preside della Facoltà di Scienze politiche e sociali e alcuni docenti hanno voluto ricordare Federica con una semplice e commovente cerimonia che ha visto la presenza dei genitori e di tanti amici della studentessa prematuramente scomparsa.
Il professor Stefano Gheno, che la stava seguendo nella tesi sperimentale, avvalendosi anche di alcune mail di Federica, ha illustrato il tema che si erano prefissati sul talento nel mondo delle organizzazioni del lavoro e della formazione.
La professoressa Laura Zanfrini, coordinatrice del corso di laurea, nel suo intervento ha incoraggiato i giovani presenti a vivere in pienezza la vita, dedicandosi a ciò che davvero conta, a ripensare la stima e l’amicizia di chi ci è accanto. In particolare ha inteso questa cerimonia non come celebrazione di un percorso pur brillante, ma come eredità importante dell’esempio di Federica. «Nelle sconfitte pensate a Federica e ciò vi aiuterà a guardare oltre».
Alcune amiche della studentessa, poi, hanno preso la parola per ricordare il suo impegno nello studio per conseguire risultati e soddisfazioni, e anche il fatto che faceva piccoli lavoretti per non pesare economicamente sulla famiglia.
Al termine il preside Guido Merzoni ha invitato tutti i presenti a custodire nel tempo la memoria grata di Federica e ha consegnato ai genitori l’attestato degli studi compiuti, l’immagine del Sacro Cuore (chiaro riferimento alla storia dell’Ateneo cattolico) e il simbolo dell’Università, quasi un testimone – consegnato a tutti i laureati delle magistrali - per continuare il rapporto con l’ateneo pur con modalità diverse.
Federica non ha avuto i cori e i coriandoli che erano in programma per la sua laurea, ma le lacrime delle tante persone che le hanno voluto bene hanno dato atto di una perdita compensata dall’affetto e dall’ammirazione che ha saputo suscitare.