È nato da una precisa volontà espressa da parte degli studenti e, a partire dall’anno accademico alla porte, metterà in connessione gli iscritti al triennio della facoltà di Psicologia con la grande e variegata realtà delle associazioni e degli enti non-profit che operano attività di volontariato sul territorio di Brescia e provincia.
Si tratta del progetto sperimentale "VolontariMente in rete", ideato dalla facoltà di Psicologia della Cattolica di Brescia in collaborazione con Cattolica per il Terzo settore, CSV Brescia, Forum del terzo settore e il Comune perché, come illustrato da Elena Marta, ordinario di Psicologia di comunità e referente didattico del corso di laurea in Psicologia: “i professionisti del futuro devono essere consapevoli e aggiornati sulla situazione e sui contesti in cui andranno ad operare, le competenze sono necessarie ma non bastano, occorre quindi maturare un senso di cittadinanza”.
Aula magna sold-out per la presentazione del progetto, e un questionario somministrato lo scorso gennaio ad un campione di 300 studenti, rivelano infatti come oltre il 70% dei futuri psicologi si dichiara attratto dal mondo del volontariato e desideroso di sperimentarlo in prima persona, pur non avendo idea di come funzioni concretamente il settore.
Numeri che si sposano con quei “3.838 enti non profit registrati a Brescia alla data 31 dicembre 2017, ovvero più del 14% del totale presente in Lombardia” come dichiarato dalla consigliera di CSV e terzo settore Margherita Rocco.
Da questi dati l’Ateneo ha avviato la creazione del progetto che farà incontrare l’offerta degli studenti con la costante richiesta espressa da parte delle associazioni.
Tutto ciò avverrà anche grazie alla presenza dei due tutor Alessandra Scollato, Psicologa di Comunità e Tutor degli studenti della Facoltà di Psicologia e Federico Maffezzoni, laureato alla Cattolica in Psicologia degli interventi clinici nei contesti sociali. Ai due è affidato il compito di “essere punti di riferimento e indirizzare ogni partecipante verso la realtà più adatta, sia per in termini di competenze acquisite sia a livello di inclinazioni personali. Non solo, gli studenti saranno seguiti passo-passo durante tutto il loro percorso”.
L’effetto positivo sarà duplice secondo Silvia Bonizzoni, dirigente responsabile del Settore Servizi Sociali per la Persona, la Famiglia e la Comunità del Comune di Brescia. “Per gli studenti la possibilità di sperimentare sul campo le skills relazionali fondamentali per la futura professione, mentre per una città come la nostra, in cui l’80% dei servizi di prossimità è reso possibile grazie al volontariato, questo significa un’iniezione di nuove e fresche energie”.