Cosa fare da grande, Chiara Lévêque l'aveva probabilmente già intuito dal primo giorno di università. «Ho scelto Scienze politiche all'Università Cattolica: sono stata tra i primi ad iscrivermi al curriculum in Cooperazione Sviluppo e Pace, avviato da poco» dice Chiara. L'obiettivo da raggiungere non era tanto la carriera diplomatica, ma qualcosa di più articolato. Forse anche un po' più complicato. Sfruttare le sue conoscenze e capacità per riuscire in qualche modo ad aiutare chi ha bicooperazionesogno. Sin dal primo giorno di università inizia l'impegno all'interno del Gruppo Studentesco Capramagra, diventata, una volta terminati gli studi, una omonima organizzazione non lucrativa di utilità sociale.
Capramagra Onlus ha lavorato per alcuni anni in Madagascar realizzando progetti di cooperazione, diventando la realizzazione sul campo di quanto teorizzato durante le ore di lezione. «Siamo riusciti a dare il nostro contributo nella realizzazione di una scuola agricola ad Antananarivo e di un progetto agricolo nell’altopiano meridionale arrivando ad illustrarlo nel 2012 alle delegazioni locali di Fao e Unicef» spiega Chiara.
Il percorso lavorativo vero e proprio è cominciato però nel 2011 alla rappresentanza in Italia del ministero del Commercio della Tunisia, proprio nel bel mezzo dalle primavere arabe. Successivamente arriva il passaggio in Camera di Commercio di Milano, per occuparsi delle missioni commerciali in Nord Africa.
Sono i primi passi necessari per arrivare finalmente al mondo del non profit, da sempre vero obiettivo. Dopo un periodo iniziale di affiancamento in uno studio affermato, Chiara Lévêque decide di mettersi in proprio come consulente, specializzandosi in Fundraising da Fondazioni italiane ed estere e lavorando per alcuni anni a supporto di piccole e medie Associazioni non profit italiane.
«In quel modo ho cominciato a prendere dimestichezza con il mondo della raccolta fondi e del non profit, per poi ritrovarmi dall’altra parte, dal lato di chi desidera impiegare le proprie risorse nel modo più strategico ed efficace possibile». Dal 2015 Chiara lavora alla Fondazione Lang Italia come Philanthropy Advisor. «L'universo della Filantropia Strategica è sempre più in fermento e in fase di sviluppo: nasce dal mondo anglosassone per supportare i potenziali filantropi, offrendo consulenza su come investire le risorse a disposizione», spiega.
«Qua in Italia grandi nomi del private banking e del mondo assicurativo stanno sempre più concentrando le loro attenzioni verso questo ambito e verso la finanza sociale e il nostro ruolo è quello di fornire soluzioni - afferma -. Per completare il processo di sinergia tra profit e non profit è necessario rafforzare il terzo settore implementando i sistemi di misurazione di impatto sociale e di Theory of Change».
Dalla laurea nel 2009 a oggi sono passati solo sei anni e Chiara, da sempre proiettata sul mondo, lavora in piazza Sant’Ambrogio a Milano, a pochi passi dai chiostri in cui ha studiato. «Se ho intenzione di lasciare l’Italia? No, credo che il settore sia in espansione e voglio restare per poter dare il mio contributo».