Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo su Cattolica News brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno accompagnati da un’immagine scelta in rete.
Vangelo di Matteo (Mt 5,43-48)
Ascolta "La perfezione possibile" su Spreaker.
C'è, nella logica "scandalosa" di questo passo, un invito più dirompente degli altri, che spiazza ancor più di quello – inconcepibile per l'etica antica, ma anche per quella oggi dominante – a ricambiare il male con il bene: è l'invito alla perfezione. Sembra proprio fuor di misura, per un essere umano, imperfetto per definizione.
Affiora alla memoria il fariseo della parabola evangelica, tutto compreso nella sua presunta perfezione, e per questo immediatamente scostante. È più facile, e certamente più umano, accettare la propria imperfezione, se non altro perché – lo riconosce Rita Levi Montalcini nella propria autobiografia Elogio dell'imperfezione – essa può diventare sollecitazione al superamento, come la siepe di leopardiana memoria, che induce a figurarsi l'"oltre" che la trascende, e a desiderarlo. E soprattutto proprio l'imperfezione dell'uomo, il suo peccato, ha mosso il Padre a compassione per lui fino a mandare suo Figlio, il quale l'ha abbracciata con amore infinito, inchiodandola con sé alla Croce e annullandola nella Resurrezione.
Che sia questa la chiave di tutto? Forse che l'invito «siate perfetti» (Mt 5,48) significhi "lasciatevi amare del mio amore misericordioso, in grado di superare la vostra imperfezione, così da rendervi capaci di fare altrettanto"?
Antonietta Porro, docente di Lingua e Letteratura greca, Facoltà di Lettere e Filosofia