L’ironia può essere un’arma della società civile? Attraverso il racconto del cinema, il Centro studi per la legalità, diretto dal professor Luciano Caimi, in collaborazione con le Alte scuole di Psicologia e Media, comunicazione e spettacolo ha organizzato il quarto convegno di studi per parlare del fenomeno mafioso.
Da molti anni il cinema si è accostato al problema mafia con modalità espressive molto differenti tra loro: da quello farsesco, brillante come quello nei primi anni ’60 con l’uscita di una serie di film con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia a registi particolarmente interessanti come Francesco Rosi e Damiano Damiani attraverso i quali la mafia comincia ad essere rappresentata in un’ottica più profonda e di denuncia.
Il convegno è stato introdotto dal professor Caimi e da Gian Antonio Girelli, presidente della Commissione speciale antimafia della Regione Lombardia, che ha sottolineato che la mafia in Lombardia ormai si è radicata, non solo infiltrata. «Fortunatamente l’antimafia parla soprattutto il linguaggio dei giovani - ha detto Girelli -. Ed è da qui che si deve partire. Ne è una conferma la copiosa presenza di studenti riuniti in questa aula magna: di questo ringrazio il Centro studi della Cattolica che da anni sta lavorando in questa prospettiva».
Nella tavola rotonda sono intervenuti don Marco Mori della pastorale giovanile della diocesi di Brescia, e i professori Ruggero Eugeni, Caterina Gozzoli, Antonino Giorgio e Domenico Simeone.