«Chi non si è mai cercato su Google?». La domanda non è fuori luogo nel tempo del primato dell’apparire, ormai più nella Rete che in televisione. Soprattutto se la questione è quello di gestire la reputazione sul web per trovare lavoro. Tema al centro dell’incontro promosso il 20 marzo nel campus di Piacenza sulla media reputation. Come si fa a gestire il proprio “personal branding”, il proprio "marchio personale" come se fossimo un’azienda chiamata a mettere in evidenza le qualità, i “plus” e i valori per essere scelta?
«É come quando la mattina ci alziamo, ci pettiniamo, scegliamo cosa mettere per presentarci nel mondo esterno: posizionarsi su internet è qualcosa di molto simile, è l'immagine di noi che lasciamo nella rete», afferma Vittorio Fidotta di Is, consigliando ai ragazzi di «analizzare prima di tutto le proprie competenze, attitudini, passioni, punti di forza, per far emergere sulla rete ciò che rende unici».
L’obiettivo è apparire su internet in modo consapevole ed efficace. «Possiamo essere presenti in rete con un blog, e allora è come essere nella propria casa. Ma se ci mettiamo sui social network il discorso cambia. Essere su Facebook, LinkedIn, Youtube, Twitter, Google é come essere in piazza. I social sono popolati da persone che ci vedono, che si fanno un'idea di noi. Se volete usare i social per creare una rete al fine, anche, di trovare un lavoro, allora dovete curare quest’immagine, che definisce la vostra reputazione, ciò che gli altri pensano di voi».
Obiettivo che ha un valore strategico, soprattutto se si cerca lavoro: la corretta gestione di un blog o un profilo ben fatto su Linkedin valgono quanto la conoscenza della lingua inglese e del pacchetto office in quanto a competitività sul mercato del lavoro. Quanto tempo si deve dedicare alla gestione dei social network perché la media reputation sia quella desiderata? Secondo LinkedIn 9 minuti al giorno bastano per aggiornare quanto necessario e aggiornarsi sui propri contatti.
“Hai il coraggio di sognare?" è la domanda a cui risponde l'intervento di Francesco Costanzo di LinkedIn. «Lasciare la propria “comfort zone” é il primo passo per imparare, per avere nuovi stimoli e potenziare i propri talenti. Perché cambiare è uno sviluppo, non una perdita». Costanzo ha poi fornito alcuni suggerimenti pratici per sfruttare al meglio le potenzialità del suo network, che tra i principali vantaggi ha quello della condivisione di mondi differenti, che si trovano a dialogare e condividere informazioni.
Alla fine tre i suggerimenti chiave che emergono dall'incontro: prima regola non essere autoreferenziali. La seconda è creare contenuti originali. La terza è chiara: mai, assolutamente mai, mentire o mostrare ciò che non si è. Ne va della reputazione. Quella sul web.