Disponibilità e accessibilità di alimenti da parte di tutta la popolazione mondiale; stabilità dell’offerta; disponibilità di un cibo sicuro e di qualità nutrizionale adeguata. Sono i traguardi da cui dipende la futura “sicurezza nutrizionale” del nostro Pianeta. Lo sostiene Lorenzo Morelli, preside della facoltà di Agraria, promotrice, nell’ambito delle celebrazioni del sessantesimo compleanno, di un workshop sulla Cooperazione internazionale in agricoltura, in collaborazione con l’associazione internazionale Carità Politica, l’ente di diritto pontificio che ha lo scopo di coordinare gli ambasciatori presso la Santa Sede e di promuovere la collaborazione e l’organizzazione di attività in diversi settori, culturale, sociale, economico, agricolo, come ha sottolineato il presidente Alfredo Luciani.
Il 23 novembre nella sede piacentina, insieme agli ambasciatori aderenti a questa associazione sono intervenuti Pier Sandro Cocconcelli, direttore del Laboratorio ExpoLAB e Delegato rettorale per il coordinamento dei progetti di internazionalizzazione dell’Università Cattolica, ed Edilio Mazzoleni, direttore Ucsc International. Gli interventi degli ambasciatori hanno messo in evidenza le caratteristiche e i problemi della produzione agro-alimentare dei rispettivi Paesi. Juan Pablo Cafiero, ambasciatore di Argentina presso la Santa Sede e Gustavo Oscar Infante, ministro rappresentante permanente del Paese sudamericano presso la Fao, hanno sottolineato il ruolo importante del sistema cooperativo che interessa circa un terzo della produzione agro-industriale. Ci sono, tuttavia, in Argentina problemi di sicurezza alimentare e di sicurezza sociale ancora da risolvere, soprattutto per le popolazioni più deboli.
Problemi che, secondo l’ambasciatore boliviano presso la Santa Sede Carlos Federico de la Riva Guerra, sono accentuati in Bolivia, dove è ancora estesa la grande proprietà e deve essere completata l’assegnazione delle terre ai più poveri. Anche se il Paese ha superato la fase di produzione agricola per la sussistenza, emergono nuovi problemi legati alla deforestazione, al degrado del suolo e all’invadenza delle multinazionali.
Crisantos Obama Ondo, rappresentante permanente della Repubblica di Guinea Equatoriale presso la Fao, ha ricordato che oltre il 67% della popolazione dell’Africa sub-sahariana è rurale, legata allo sviluppo agricolo, della caccia e della pesca. Ha il maggior numero di affamati al mondo: negli ultimi 20 anni il numero delle persone denutrite è passato da 170 milioni a oltre 230 milioni. Sorprendentemente, la povertà e la denutrizione non sono diminuite nonostante, negli ultimi 60 anni, siano stati introdotti sistemi di coltivazione più intensivi.
A chiusura del workshop, nove docenti della facoltà hanno animato la Tavola rotonda sul tema ”Disegnare lo sviluppo agricolo: la risposta dell’Università Cattolica”, moderata dal professor Marco Trevisan dell’Istituto di Chimica agraria ed ambientale. Roberto Cauda, responsabile del Centro di Ateneo per la solidarietà internazionale (Cesi), ha parlato dei 200 progetti, che interessano 75 Paesi nel mondo fra cui Uganda, Zimbawe, Tanzania, Etiopia, Ecuador, India. Fiore all’occhiello è l’Ucsc Charity Work Program che coinvolge gli studenti in forme di volontariato e cooperazione con i Paesi del sud del mondo. Il professor Giuseppe Bertoni ha presentato la Consulta per i Paesi in via di sviluppo della facoltà di Agraria, da lui coordinata, che sostiene 20 progetti in Africa, Sud America e India. Gli altri docenti hanno parlato del sostegno tecnico e formativo che la facoltà può offrire per sostenere lo sviluppo agricolo nei Paesi del sud del mondo: la viticoltura di precisione (Stefano Poni), la prevenzione delle contaminazioni fungine e da micotossine (Paola Battilani), la trasformazione industriale dell’avocado con il progetto “olio per la vita” (Marco Dante De Faveri), le biotecnologie (Adriano Marocco), la conservazione e l’uso della biodiversità degli animali (Paolo Ajmone Marsan) e la sicurezza alimentare e la stabilità dei prezzi delle derrate agricole (Renato Pieri).
L’evento è stato concluso dall’intervento di monsignor Gianni Ambrosio, vescovo della diocesi di Piacenza-Bobbio, che ha sottolineato l’importanza del compito dell’Associazione Carità Politica nella comunicazione dell’amore sociale. Il presule ha evidenziato che la missione della formazione sociale, politica, educativa e culturale si può svolgere solo seguendo l’orientamento principale della carità a servizio dell’uomo.