Riconoscimento molto importante per Daniele Cerrato, ricercatore della facoltà di Economia della sede piacentina che, in occasione della trentacinquesima edizione del convegno annuale dell’Accademia italiana di economia aziendale ha ricevuto una menzione speciale per il paper del titolo “Strategie globali e redditività delle nuove imprese internazionali: un'analisi empirica".
Il convegno Aidea rappresenta il principale momento d’incontro degli studiosi di discipline economico-aziendali: è in questo contesto che Cerrato si è distinto per la qualità del lavoro di ricerca, per la bontà espositiva e per la solidità degli strumenti metodologici impiegati. Il lavoro presentato da Cerrato si focalizza sulle nuove imprese che sin dai primi anni della loro attività puntano allo sviluppo delle proprie attività sui mercati internazionali. A partire dagli anni novanta è cresciuto, infatti, l’interesse degli studiosi per il fenomeno dell’imprenditorialità internazionale, delle cosiddette imprese ‘born-global’, che ricercano vantaggi competitivi attraverso l’impiego di risorse o la vendita di prodotti nei mercati internazionali.
Basandosi su un campione di 180 nuove imprese italiane operanti a livello internazionale in diversi settori del comparto manifatturiero, Cerrato ne ha analizzato le strategie in termini di dispersione geografica delle proprie attività commerciali e del relativo impatto sulle performance aziendali. L’analisi evidenzia che nuove imprese internazionali raramente ottengono una penetrazione commerciale ampia dei mercati esteri sin dai tempi immediatamente successivi alla loro costituzione».
«È ancora difficile per le imprese – spiega Daniele Cerrato - espandersi al di fuori del mercato europeo ‘nonostante’ la globalizzazione . Solo un numero limitato di esse può definirsi globale, in senso stretto, conseguendo un’ampia dispersione geografica delle vendite. In tali casi, la redditività aziendale migliora sensibilmente. Ciò dimostra che l’orientamento globale conta ai fini delle superiori performance delle imprese».
Lo studio offre interessanti implicazioni non solo a manager e imprenditori, ma anche ai policy-makers, interessati, tanto a livello italiano quanto europeo, a definire misure e servizi volti a rafforzare la competitività internazionale delle imprese.