Sostenibilità significa riflettere su quali ricadute avrà la nostra presenza sul mondo che ci circonda. Su queste premesse Aiesec, l’associazione internazionale che promuove lo sviluppo umano e professionale degli studenti, ha organizzato un incontro in Cattolica, nella sede di Milano. Obiettivo: fare sedere allo stesso tavolo studenti, università e impresa per parlare di sostenibilità e creare nuove opportunità di lavoro. L’evento è parte dell’iniziativa nazionale Youth Driven Sustainable Change incentrata sugli aspetti economici, ambientali e sociali dello sviluppo. Erano presenti molte aziende partner di Aiesec, tra cui Microsoft, Kpmg e Unicredit; dopo l’apertura dei lavori, la giornata è stata scandita da una serie di workshop dedicati a progetti aziendali di corporate social responsibility.

«Sono contento che siate venuti in tanti, è un modo per mettersi in gioco», ha detto agli studenti il professor Mario Molteni, presidente dell’Altis, l’Alta Scuola Impresa e Società, ed esperto di responsabilità sociale d’impresa. Per il docente, i pensatori che parlano oggi di “decrescita felice”, lo fanno con buone intenzioni ma con una prospettiva che non tiene conto del Sud del mondo: «Un miliardo di persone vivono senza energia elettrica e quasi un miliardo soffrono la fame: c’è bisogno di uno sviluppo sano e sostenibile per vivere meglio». Gli studenti che si preparano per il futuro lavorativo devono sfoderare la propria creatività, perché «come diceva Drucker, ogni problema sociale e ambientale nasconde un’opportunità di impresa».

L’imprenditorialità giovanile e sostenibile è proprio una delle direttrici dell’attività di Aiesec, come spiega la presidente Giulia Ferreri: «Creiamo queste occasioni insieme ai nostri studenti per sensibilizzarli e far conoscere aziende e realtà interessante a questi temi». Aiesec non scommette solo sulla comunicazione ma porta avanti anche attività e progetti concreti dove i giovani possano sviluppare competenze: come il progetto Eco Fashion Lab, che dà l’opportunità ai giovani designer di creare abiti “sostenibili” riciclando materiali di recupero.

Anche per quanto riguarda Expo 2015, incentrato sull’alimentazione e l’energia, la sostenibilità è un argomento sensibile. Il segretario generale del comitato scientifico Adriano Gasperi: «Oltre a migliaia di prodotti, vorremmo incentivare comportamenti finalizzati a salvaguardare la salute del pianeta». Da qui nasce l’esigenza di lavorare affinché l’Expo non lasci solo cumuli di rifiuti, come è successo in altre città. Sostenibilità, infine, non significa solo ambiente, ma anche uno sviluppo più equo. Così Petter Johannesen, console onorario della Namibia e ex-studente dell’Aiesec: «Non ci si può accontentare di una sostenibilità non equa: il più fragile deve essere aiutato dal meno fragile, il ricco deve condividere con il povero, e chi sa di più deve insegnare a chi sa di meno».


AIESEC è la più grande associazione studentesca al mondo per i giovani universitari che vogliono crescere personalmente e professionalmente e respirare un clima internazionale. L’associazione, che oggi conta circa 48.000 membri in 107 Paesi, dal 1948 si pone l’obiettivo di sviluppare le comunità in cui è presente attraverso la cooperazione internazionale tramite l’offerta ai suoi membri di opportunità di leadership, stage internazionali presso aziende, istituzioni e ONG e una costante offerta formativa fisica e virtuale.