«Quando un uomo lavora e agisce per passione diventa naturale trasformarsi in una macchina da guerra». Parole di Alex Zanardi, che il 22 novembre è intervenuto davanti a un pubblico di 400 persone, tra studenti universitari e delle scuole superiori, tifosi e curiosi, attratti dalla sua personalità carismatica. Zanardi, ospite del ciclo “A tutto campus”, è stato intervistato dal giornalista e amico della Gazzetta dello sport Gianluca Gasparini, che insieme a lui ha scritto la biografia del campione di automobilismo e di handbike “…però, Zanardi da Castel Maggiore”. Accanto a lui, il direttore della sede piacentina Mauro Balordi e il professore di marketing Daniele Fornari la cui cattedra ha ospitato l’incontro.
Alex ha incarnato perfettamente quella mentalità del Kaizen che gli ha attributo l’amico Paolo Barilla, fatta di tendenza al miglioramento continuo che non è semplice ottimismo, ma determinazione guidata dalla passione. «Non ho la bacchetta magica, seguo la strada che mi ha indicato mio padre, che mi ha insegnato ad ascoltare il cuore, a sincronizzare il cervello sui sentimenti che il cuore esprime». Risponde così Zanardi a chi gli chiede come possa essere riuscito a inanellare successi così importanti sia prima che dopo l’incidente del 2001 in Germania sulla pista di Lausitzring, che gli costò l’amputazione di entrambe le gambe.
Il messaggio è chiaro: non si può essere guidati solo dall’ambizione. «Felicità non sono le medaglie più preziose, quelle sono come una foto da appendere lì, da guardare ogni tanto: la felicità sta nella preparazione, nello sforzo, anche nelle sconfitte che subisci che ti insegnano dove migliorarti. La felicità è nel percorso». È uno Zanardi sorridente, quello che si propone al pubblico piacentino che applaude a ogni suo intervento, che ascolta rapito, che sorride e si commuove davanti al filmato che ha introdotto l’incontro, in cui si ripercorrono le tappe dei 47 anni del campione sportivo, dagli esordi in pista sul go-kart fino all’incidente in cui ha perso le gambe, per descrivere in immagini la sua ripresa che sa di miracoloso, le sue vittorie olimpiche a Londra 2012.
«Ma il tuo ritorno alla vita è stato un miracolo?» chiede uno studente dal pubblico. “Bella domanda - risponde Zanardi -. Posso dire che è stato miracoloso aver superato le 48 ore dopo l’incidente. Che è stato altrettanto miracoloso essersi svegliati dal coma senza danni neurologici. E che è stato miracoloso capire che il vecchio Alex era ancora dentro in quel che rimaneva del suo corpo». E ciò che resta delle parole del campione paralimpico, è un messaggio che fa dell’impegno e della determinazione la sua cifra più importante: «Trovate un’ispirazione, non abbiate paura, insistete, incontrerete persone importanti sulla vostra strada, che vi aiuteranno nel perseguire il vostro obiettivo. Ma l’impegno deve partire da voi».