L’Università Cattolica a Roma accoglie e festeggia le matricole 2011-2012 ponendole subito di fronte a una sfida: essere all’altezza dell’importante storia di cui entrano a far parte. A incoraggiarli in questa direzione lo scorso 27 ottobre sono intervenuti all’incontro Ad Fontes promosso dal Centro Pastorale il rettore Lorenzo Ornaghi, l’Assistente ecclesiastico generale monsignor Sergio Lanza, e il preside della facoltà di Medicina e Chirurgia Rocco Bellantone. Quindi, hanno preso la parola due autentici “testimoni della memoria” dell’Ateneo: padre Stefano Bianchi, già collaboratore diretto di padre Agostino Gemelli, e Numa Cellini, ordinario di Radioterapia in cui permane lo spirito esuberante della matricola che fu nel 1961.
Molteplici e suggestivi gli spunti offerti ai giovani presenti. Innanzitutto, da parte del professor Ornaghi è giunto l’invito ad apprezzare la comunità universitaria in tutta la sua ricchezza. Essa deriva dall’impegno di chi ci ha preceduto: occorre rammentarlo con gratitudine. «Dobbiamo conoscere le nostre radici e rafforzare il senso di appartenenza a una grande istituzione nazionale. E voi, che iniziate ora il percorso accademico, possiate realizzare le vostre migliori aspettative come medici e come persone».
Monsignor Lanza ha proposto di riflettere su due detti, attribuiti a Gesù, interpretandoli come altrettante «regole da rispettare se si vuol davvero ‘fare’ storia». Il primo, «cercate le cose grandi, quelle piccole vi saranno date in aggiunta», comporta una sana ambizione circa il proprio operato, e richiede un impegno quotidiano e generoso nello studio e nelle relazioni. Il secondo, celebre detto, «c’è più gioia nel dare che nel ricevere», indica in effetti la ricetta da seguire per costruire un’esperienza comunitaria feconda e capace di incidere nella società di cui è parte. È, questo, un auspicio condiviso dal preside Bellantone, che ha poi insistito sull’obiettivo di «conseguire un’ottima preparazione tecnico-scientifica da mettere però a disposizione delle persone che soffrono», in una prospettiva genuinamente cristiana.
Toccante è stato il ritratto di Agostino Gemelli attraverso un video di immagini d’archivio e soprattutto le parole di padre Bianchi. «L’ideale vale più delle vite»: così ammoniva il fondatore della Cattolica, insistendo sull’insegnamento evangelico come stella polare a cui affidarsi nel cammino umano. Infine, il professor Cellini ha riproposto i ricordi di 50 anni fa, quando la facoltà muoveva i primi passi e il Policlinico ancora doveva sorgere. Anni entusiasmanti che si sono via via susseguiti e le cui sfumature oggi si riverberano negli sguardi vivaci e un po’ intimiditi dei ragazzi del 2011. Fra loro certamente sono i protagonisti e i testimoni del futuro dell’Ateneo.