In occasione della Giornata Internazionale della Donna, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha visitato sabato 7 marzo il dipartimento per la Tutela della Salute della Donna e della Vita nascente, del Bambino e dell’Adolescente del Policlinico universitario “A. Gemelli” di Roma.
Una visita durata oltre due ore e svoltasi lungo tutto il percorso del Polo Donna del Gemelli durante il quale ha incontrato personale medico e sanitario, neo mamme e donne in gravidanza, visitato i neonati ricoverati presso la Terapia intensiva e il nido, nonché incontrato donne malate di tumori ginecologici e senologici, molte (1 su 3) provenienti da fuori Lazio, attraversato la sala parto del Gemelli fino al nuovo centro di ecografica ginecologica e il pronto soccorso ostetrico.
Lungo questo articolato viaggio nel “Women’s Hospital” del Gemelli - come il ministro ha definito “il modello di trattamenti integrati delle patologie della donna offerto dal Policlinico dell’Università Cattolica” - Beatrice Lorenzin è stata accompagnata dal rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli, dal direttore del Policlinico A. Gemelli Enrico Zampedri e dal direttore del dipartimento per la Tutela della Salute della Donna e del Bambino, Giovanni Scambia (nella foto in alto a sinistra, con il ministro e il rettore).
La visita del ministro della Salute alle strutture del dipartimento per la tutela della salute della donna, della vita nascente, del bambino e dell'adolescente del Policlinico è iniziata dalle neomamme. Il ministro si è intrattenuta prima nel reparto di Ostetricia, dove ha salutato le mamme che hanno partorito nei giorni scorsi, per poi proseguire la visita nel reparto di Terapia intensiva neonatale, diretto dal professor Costantino Romagnoli, e poi in Sala Parto.
Quindi, salutando i numerosi visitatori che si sono intrattenuti con lei lungo il percorso, Beatrice Lorenzin ha visitato le strutture del Centro integrato di Senologia, diretto dal professor Riccardo Masetti e le strutture del Pronto Soccorso Ostetrico.
«Il lavoro che fate è importante e bellissimo», ha esordito il ministro Lorenzin rivolgendosi alle ostetriche del Gemelli. Visitando il Centro integrato di Senologia, ha insistito sull'importanza di «spingere le donne a fare prevenzione, prevenzione, prevenzione». Di fondamentale importanza, secondo Lorenzin, è il tema della medicina di genere come approccio per il presente e per il futuro, partendo proprio - quale modello da imitare - dall'approccio del Policlinico, «che ha dedicato a tutto ciò che riguarda la cura della donna, in particolare la parte di ginecologia oncologica e senologia, un intero dipartimento», come ha spiegato il direttore di questa struttura, Giovanni Scambia.
«Mi piace molto l'idea di un blocco unico, di una filiera che si occupi della salute femminile da quando si è bambine a quando si è anziane - ha detto il ministro - . Strutture come i Women's Hospital non rappresentano solo una strada per il futuro, ma anche per il presente».
Un approccio, quello del Policlinico, che è «uno dei pilastri del progetto di riorganizzazione dell'ospedale, attraverso dei poli che organizzano attività di assistenza secondo i tipi di patologie integrando specializzazioni, conoscenze e modalità di intervento - ha spiegato il rettore della Cattolica, Franco Anelli - La logica dell'approccio sta quindi nell'individuare un certo tipo di problema sanitario, e trattarlo in una maniera che integra assistenza, ricerca e formazione anche delle nuove generazioni di medici tra cui molte sono le donne».
«È con grande piacere che oggi abbiamo accolto la visita del ministro Beatrice Lorenzin alla nostra struttura» ha affermato il direttore Zampedri. «Il Policlinico Gemelli, attraversando una fase di grandi innovazioni e cambiamenti, sta sempre più aprendosi al territorio, nell'ottica della collaborazione fra ospedale e strutture di assistenza collegate: questo è il presente e il futuro della cura, con la persona al centro e le attività terapeutiche al suo completo servizio».
«Abbiamo impostato da sempre la nostra attività e i nostri progetti - ha proseguito il professor Giovanni Scambia - alla massimizzazione dell'attenzione all'innovazione tecnologica, come la chirurgia robotica mininvasiva, alla ricerca clinica e alla formazione dei giovani medici, ma sempre nell'assoluta e costante attenzione e cura globale delle pazienti. I nostri progetti attuali e futuri sono fondati proprio sulla centralità della donna, come persona e come paziente, specialmente nel momento in cui la malattia colpisce, fisicamente, la sua vita e quella della sua famiglia. E la nostra idea sta avendo successo se pensiamo che circa il 40 per cento delle nostre pazienti con malattia oncologica proviene da fuori Regione».
Un modello di Women’s hospital che funziona quello del Gemelli se consideriamo che è il primo ospedale italiano per la cura dei tumori dell’apparato riproduttivo (oltre 2.300 pazienti curate nell’anno secondo i dati più recenti di Sportello Cancro) e il terzo per il trattamento di neoplasie mammarie (oltre 1.700 pazienti curate nell’ultimo anno, primo ospedale nel Lazio). Importante anche l’attività dell’area ostetrica e materno infantile: sono infatti oltre 3.700 i parti avvenuti al Gemelli nel 2014 (più di 10 al giorno) +7% rispetto allo scorso anno.