È stato capace di minare i fondamenti di una fisica che resisteva dalle teorie di Enrico Fermi. L'hanno definita "particella di Dio" o, addirittura, "particella maledetta". Il bosone di Higgs, che è valso il Nobel al fisico britannico da cui ha preso il nome, è stato considerato dall'opinione pubblica una questione a metà tra il sacro e il profano. Il seminario del professor Giuseppe Vitiello (nella foto a sinistra), ordinario di fisica all'Università di Salerno, ha permesso di fare un po' più di chiarezza su un oggetto alquanto misterioso. Il 17 gennaio, nell'aula esercitazione del dipartimento di Filosofia, la fisica ha incontrato le scienze umanistiche per un nuovo appuntamento all'interno del ciclo di incontri dal titolo: "Ricerche sistemiche in filosofia, nelle scienze e nelle arti". Ed è stato un incontro fecondo, merito anche del relatore, capace, come ha sottolineato la organizzatrice del ciclo Lucia Urbani Ulivi, di coniugare il proprio lavoro di ricercatore con «interessi artistici e umanistici».
Vitiello ha tracciato una panoramica delle principali tappe della storia della fisica, dalla teoria delle interazioni deboli di Enrico Fermi, fino alle più recenti e decisive scoperte, mettendo in luce i punti deboli di una disciplina continuamente alle prese con problemi da risolvere. La teoria formulata da Fermi nel 1934 sembrava in grado di poter rispondere a molti dei quesiti rimasti irrisolti fino ad allora, «ma solo fino a un certo punto». Il fisico italiano scoprì e studiò il processo di decadimento del neutrone in un protone, un elettrone e un neutrino. Tuttavia «erano due i principali punti non del tutto convincenti della teoria dei legami deboli. Al di sopra di un valore determinato di energia, la teoria portava a risultati non accettabili. Il secondo aspetto insoddisfacente riguardava l'assenza di messaggeri nelle interazioni tra particelle così come avveniva nelle interazioni elettromagnetiche».
Come ovviare a queste difficoltà? La riformulazione della teoria di Fermi sulla base degli assunti delle interazioni elettromagnetiche presenta anch'essa dei problemi poiché il così detto "messaggero" dovrebbe essere privo di massa. L'assenza di massa garantirebbe legami anche a grande distanza. Ciò, tuttavia, contraddice il dato sperimentale, che dimostra come, a grandi distanza, i legami svaniscano. E se allora il messaggero non fosse privo di massa? La soluzione di Higgs sembra dunque quella di colmare un precedente vuoto, in una ridefinita "pienezza del vuoto".
«La fisica è invenzione, fantasia. Diffidate da chi fa continuamente riferimento alle evidenze sperimentali». «È come se alla natura piacesse seguire le nostre fantasie. Forse solo per farci contenti», ha detto scherzando il professor Vitiello. La fisica ha spesso considerato trascurabili le grandezze estremamente piccole e questo è stato l'errore perché proprio una particella minuscola era l'elemento necessario a far quadrare un'equazione apparentemente impeccabile come la teoria di Fermi. «Si potrebbe parlare della forza della debolezza». Come a dire che c'è più filosofia nella fisica di quanto si possa pensare.