Una dodicesima edizione da record quella del Career Day Cattolica 2012, l’evento dedicato a studenti, laureandi, laureati e giovani professionisti, tenutasi lo scorso 17 aprile a Piacenza, che ha registrato una partecipazione senza precedenti, sia di espositori, con la presenza di 81 aziende, 5 associazioni, 5 ordini professionali e 12 cooperative, sia di studenti e laureati.
Una giornata interamente dedicata al mondo del lavoro con la possibilità di incontrare i responsabili delle risorse umane delle aziende e di prepararsi al mondo del lavoro con servizi di c.v. check, analisi grafologica e colloqui individuali. Una novità di quest’anno, che ha registrato quasi 200 adesioni, è stato il training point.
Altra importante novità di quest’anno è stata Agriculture, un “evento nell’evento” dedicato al mondo dell’Agricoltura, al settore Alimentare e a Biotecnologie, Biomasse, Nutrizione, Industria alimentare, Macchine agricole e Terziario. «Ci riempie di enorme soddisfazione la voglia delle aziende alimentari di essere coinvolte - commenta Lorenzo Morelli, preside della facoltà di Agraria della Cattolica e ideatore di Agriculture - del resto il settore agro-alimentare è anticiclico. Là dove si risparmia su tutto, l'alimentare continua ad essere un genere di attento consumo di qualità. Le aziende chiedono di segnalare nomi di studenti e laureati per far fare loro esperienze in stabilimento: è una grande opportunità. Le aziende vogliono aumentare il numero di laureati nei loro stabilimenti per elevare la qualità complessiva dei prodotti. E poi molti dirigenti che lavorano in queste aziende sono nostri ex laureati. Questo ha un peso enorme».
Molto frequentati i seminari organizzati dalle quattro facoltà presenti a Piacenza (Agraria, Economia, Giurisprudenza e Scienze della formazione), con gli interventi di manager e imprenditori.
Tra gli eventi speciali della giornata, La storia di un sogno imprenditoriale con protagonista il Cavaliere del Lavoro Bruno Giglio, Presidente di Ingegneria Biomedica Santa Lucia SpA, che nel suo intervento ha delineato la storia del suo successo imprenditoriale, fornendo alcuni utili spunti ai numerosi giovani presenti: «Oggi è certo meno facile per un giovane che voglia rischiare in proprio: noi veniamo dal dopoguerra, da un periodo dove la gente poteva migliorare la propria condizione; c'è stato il boom, abbiamo tutti cercato di farci la casa, di cambiare la nostra vita e quella delle nostre famiglie. Oggi i ragazzi hanno davanti grandi possibilità, ma anche enormi difficoltà, devono scordarsi del passato e guardare al futuro, ma ce la faranno».
E sul fantasma del "posto fisso" ha aggiunto: «Penso che non esisterà più. Nella mia azienda cerchiamo persone che non vogliono il posto fisso ma che poi non se ne vanno. Li vogliamo fidelizzare. Quando un giovane è bravo, è veramente bravo, più di noi. E in un giovane voglio vedere gli "occhi di tigre", la forte motivazione».
Guest star del Career Day 2012 è stato Gabriele Galateri di Genola, Cavaliere del Lavoro e presidente di Assicurazioni Generali che, intervistato dal giornalista Jas Gawronski, ha subito lanciato un messaggio chiaro: «Bisogna studiare, prepararsi molto e bene fra i 20 e 30 anni per poter stare meglio dopo». Davanti a tutto la formazione quindi, poi l'impegno, che devono incominciare molto prima dell'università: «A 15 anni mio padre mi costringeva a studiare, invece di andare a giocare a pallone.
Formazione vuol dire conoscere, saper fare: «Per uscire dal pantano da studente feci dieci domande di borse di studio; ne vinsi sei anche perché i candidati erano pochi. Tanti giovani non sanno neppure che vi sono queste occasioni. Determinanti pure la conoscenza delle lingue e il coraggio di tenere duro per superare i momenti di crisi avendo fiducia in sé stessi». Poi la credibilità: certi comportamenti sono quasi sempre sanzionati. La fortuna, che va cercata e costruita insieme all'esperienza e alla professionalità. Infine l'etica, «perché il successo non è la carriera, è fare ciò che piace, che significa soddisfazione di sé e far star bene gli altri, senza temere di affrontare la giusta dose di rischio».