di Marcello D’Amico *
Era l’autunno del 2001 quando al termine di un periodo di stage presso Antislavery International a Londra mi indicarono Mariapaola Colombo Svevo come la persona a cui potermi rivolgere, al mio ritorno a Milano, per continuare le attività di ricerca sul tema della prevenzione e contrasto della tratta di esseri umani. Qualche giorno dopo a Milano presso l’Associazione Irene, di cui era socia fondatrice, ero intorno a un tavolo a discutere con lei degli esiti della ricerca e subito mi coinvolse nella preparazione di un documento che avrebbe presentato al secondo forum dell’Unione Europea contro il Crimine organizzato per promuovere a livello europeo la diffusione della buona pratica italiana relativa ai programmi di protezione sociale in favore delle donne vittime di tratta. Già dal 1994, da Parlamentare europea, Mariapaola Colombo Svevo si era infatti impegnata per l’integrazione delle questioni di genere e della dimensione sociale nelle strategie di contrasto al fenomeno criminale, nella convinzione che la riflessione sui temi della parità tra uomo e donna e l’offerta di reali opportunità di integrazione economica e sociale alle persone vulnerabili alle promesse e alle violenze dei trafficanti fossero elementi chiave per un effettivo contrasto delle nuove forme di schiavitù.
L’attento ascolto dei diversi attori coinvolti nelle azioni anti-tratta e la scrupolosa analisi delle diverse cause ed effetti di un fenomeno che in quegli anni assumeva nuovo vigore nell’Unione Europea, divenuta terra di speranza per donne e madri provenienti da paesi terzi, l’hanno vista relatrice del primo Rapporto del Parlamento Europeo sulla tratta di esseri umani. A partire dalle raccomandazioni contenute nel Rapporto, diverse sono state le iniziative concrete promosse da Mariapaola Colombo Svevo, a livello Europeo e nazionale, sui temi della tratta, dello sfruttamento della prostituzione, della violenza nei confronti delle donne, dell’integrazione delle donne immigrate e del ruolo della donna quale facilitatrice dei processi di inserimento nelle società ospitanti, ma tutte hanno in comune la capacità di trasformare questioni spesso all’origine di contrapposizione e scontro nella nostra società in occasioni di dibattito politico e riflessione comune “sui diritti umani, su che cosa intendiamo per solidarietà, dove sta la dignità, a che punto è l'uguaglianza dell'uomo e della donna, chi è il cliente?”.
Mariapaola Colombo Svevo è stata protagonista di una costante e attenta riflessione e azione sulle questioni legate alla modernizzazione dei sistemi di Welfare nazionali e locali in risposta alle nuove sfide sociali e alle nuove povertà, sia all’interno delle istituzioni Regionali che di quelle nazionali: dal 1980 al 1983, da assessore ai Servizi sociali della Regione Lombardia lavorò al primo piano dei servizi Socio assistenziali e alla elaborazione delle linee guida per la riforma dei servizi sociali; dal 1983 al 1994, da senatrice della Repubblica partecipò all’elaborazione delle leggi sul volontariato e sulle cooperative sociali. La sua presenza, per le istituzioni e per le persone, è stata fonte di riflessione, di autocritica costruttiva, di ripensamento dei ruoli e delle responsabilità, di visioni e prospettive sul futuro e sempre stimolo per l’assunzione di responsabilità personali e per la realizzazione di interventi immediati e concreti. Ciò nella profonda convinzione che, come affermato in una recente intervista sui fatti di via Padova a Milano, «la coesione sociale è un tema che coinvolge tutti» e che il rafforzamento di questa debba essere la primaria risposta delle istituzioni e dei cittadini per superare le attuali fratture sociali che minano quei valori della solidarietà e del riconoscimento e della valorizzazione di ogni diversità che sono alla base del modello sociale europeo e della tradizione culturale degli Stati membri dell’Unione Europea.
Questa passione politica e civile si è poi anche tradotta in impegno accademico caratterizzato da un costante desiderio di sensibilizzazione dei giovani, e in particolare dei giovani operatori sociali, sui grandi valori su cui si basa il progetto di integrazione europea e il modello sociale europeo: parità di genere, antidiscriminazione, coesione sociale, inclusione sociale e lotta alla povertà, solidarietà. Alla professoressa Mariapaola Colombo Svevo è legato l’insegnamento di Politiche sociali europee nella facoltà di Sociologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che è stato riconosciuto dalla Commissione Europea come Modulo Jean Monnet. Ricordo che nel corso degli esami, il colloquio iniziava sempre con una domanda diretta a conoscere l’esperienza personale e professionale del candidato. Il confronto diretto con gli studenti era infatti occasione per conoscere a fondo i reali bisogni espressi dagli utenti dei servizi, comprendere l’evoluzione dei fenomeni e offrire agli studenti frequentanti il corso un’occasione di crescita professionale e umana. Anch’io, come i suoi studenti che in questi giorni mi fanno pervenire pensieri di gratitudine nei suoi confronti, ne conservo gli insegnamenti e l’esempio di generosità profusa nella condivisione dei valori cristiani, del sapere e del suo patrimonio di esperienze.
* docente del laboratorio di Politiche Sociali Europee e cultore della materia nell'insegnamento di Politiche Sociali Europee della professoressa Colombo Svevo