Una sala gremita di pubblico ha accolto i lavori del quarto workshop sull'Economia solidale organizzato il 21 novembre dal Centro studi di politica economica e monetaria "Mario Arcelli" e dal Centro studi di politica economica e monetaria (Cespem). Al centro le problematiche del mondo della cooperazione, anche in vista dell'apertura nel 2012 dell'Anno internazionale della cooperative, proclamato dalle Nazioni Unite.
I lavori sono stati introdotti dal professor Francesco Timpano, direttore del Cespem, che ha sottolineato come il fenomeno della cooperazione in Italia sia una delle caratteristiche specifiche della nostra economia: «Il peso economico complessivo supera il milione di addetti per un fatturato che si aggirava, prima della crisi, intorno a 130 miliardi di Euro. In termini di numerosità di imprese il settore cooperativo italiano conta sull’1,1% delle imprese totali, con una notevole concentrazione sulle dimensioni maggiori dove le imprese cooperative sono il 12,8% delle grandi imprese ed il 13,9% delle medie imprese. La cooperazione completa il panorama del nostro sistema economico e rappresenta una “terza via” che appare particolarmente rilevante anche in altri contesti economici».
Il convegno ha avuto il suo momento di approfondimento scientifico con la relazione di Luigi Campiglio, docente di Politica economica dell'ateneo. L’economista è partito da un'analisi statistica sul sistema produttivo italiano per poi arrivare al mondo della cooperazione: «Nel nostro Paese - ha detto - assistiamo a una crescita del peso percentuale delle imprese classe 0 - cioè quelle senza dipendenti - e delle microimprese, alla quale fa da controcanto la scomparsa della grande impresa». Sul fronte della cooperazione invece, il professore ha chiarito come sia caratterizzante e assolutamente originale il fatto che a monte dell'impresa vi sia l'intenzionalità di lavorare insieme per ottenere un bene comune: «È proprio la scelta intenzionale - ha sottolineato il docente - che differenzia e rende unica l'esperienza della cooperazione da qualunque altra di mercato».
E proprio alle prospettive della cooperazione in questo delicato momento di crisi è stata dedicata la tavola rotonda della seconda parte della mattinata moderata da Michele Dorigatti, responsabile dell'Ufficio Studi Cooperazione Trentina, che sta collaborando all’Alleanza delle cooperative italiane, un organismo costituito appositamente per promuovere l'integrazione tra le due grandi centrali cooperative italiane Legacoop e Confcooperative, che in Trentino si sono già fuse, dando vita ad un unica realtà. «La cooperazione - ha sottolineato il presidente nazionale di Legacoop, Giuliano Poletti - è da sempre dalla parte del cittadino e da sempre collabora molto strettamente con le comunità locali. Per questo è naturale che in un periodo di difficoltà la scelta sia quella di privilegiare il lavoro e ridurre la redditività. Certamente il momento è difficile: l'Italia è già più povera. E la soluzione di questa crisi, che non sarà breve, non può essere solo economica: occorre ridefinire i modelli di vita anche a livello culturale e tornare a promuovere quel protagonismo sociale che porta i cittadini ad assumersi impegni per la comunità».
Nel corso del Workshop è stato presentato anche il progetto di ricerca internazionale “Sustainable Cooperative Enterprise Project” a cui aderisce la sede piacentina dell’Università Cattolica tramite il Cespem, promosso dal Centre for Entrepreneurial Management and Innovation (Cemi) della University of Western Australia.