Dalla fine dei tempi al principio della storia. È questo il percorso tracciato dalle due mostre d’arte contemporanea allestite, l’anno scorso e quest’anno, nei chiostri di largo Gemelli dell’Università Cattolica in occasione del periodo quaresimale. Se infatti un anno fa un corpus di tavole nell’esposizione Profezia della storia. Rivelazione per il tempo presente aveva raccontato il libro dell’Apocalisse, l’allestimento attuale riparte dall’alfa con il libro della Genesi per chiudere il cerchio di una riflessione artistica su due dei più importanti temi biblici.
A soffermarsi sui passi del primo dei libri della Bibbia sono stati 11 artisti raccolti in una mostra intitolata “In principio…” Origine e inizio dell’universo, promossa dal Centro pastorale e curata da Francesco Tedeschi e Cecilia De Carli, docenti di Storia dell’arte contemporanea dell’Università. Sono le stesse parole del libro sacro a guidare un percorso espositivo che segue la cadenza temporale della Creazione. Ogni opera è frutto di un lavoro personale che ha lasciato liberi gli artisti di scegliere un passaggio del testo e di realizzare un’opera che ne esprimesse il contenuto.
L’esortazione divina “Fiat Lux” è l’essenza di “Horizon Black and White”, l’opera di Silvio Wolf che apre il percorso. Due pannelli in plexiglas e alluminio rappresentano il passaggio dalle tenebre alla luce con un riferimento particolare al giorno di transizione in cui le due realtà si manifestano e coesistono. La raffigurazione del messaggio biblico continua nel lavoro di Umberto Mariani. Nelle pieghe della sua opera, realizzata in vinilico e sabbia su lamina di piombo e intitolata “Cielo e mare”, si visualizza con la scelta monocromatica di un blu intenso il secondo momento della Creazione quando le acque si ritirano dalla terra.
All’artista milanese Marica Moro spetta invece il compito di rievocare il terzo giorno, quando la vita affiora dalla terra. Il tema della natura rigogliosa è però declinato in “Terzo giorno, serra” nella forma di piccoli vasetti irrorati dalla pioggia. «Da anni – spiega la pittrice – ho incentrato la mia ricerca artistica sul tema della serra, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche umano. Nell’opera realizzata per l’Università Cattolica ho poi voluto inserire l’elemento simbolico dei vasi e della natura “accudita” perché credo che la vita donata da Dio debba essere curata e coltivata dalla mano dell’uomo».
Presente in mostra anche l’artista d’origine giapponese Kengiro Azuma. “Giardino di Eva e Adamo”, l’opera in legno, gesso e bronzo presente in mostra, è un bozzetto che pur nelle sue piccole dimensioni sintetizza la ricerca dello scultore ormai ottantacinquenne. «Sono stato felice di realizzare quest’opera – racconta Azuma, che spiega la sua prospettiva in una video-intervista –, la spiritualità è matrice ed essenza della mia arte e pur da non credente amo confrontarmi con le tematiche della religione».