In un contesto come quello attuale in cui la sanzione penale è divenuta strumento di governo della realtà economica e di indirizzo sociale, il complesso di norme del diritto penale dell’economia appaiono inadeguate per una efficace politica criminale e molto spesso sembrano orientate alla tutela di meri interessi privatistici. Questo, in estrema sintesi, il bilancio dell’incontro promosso lo scorso 18 febbraio per ricordare un maestro del Diritto penale commerciale, Armando Bartulli (nella foto) a un anno dalla scomparsa. Studioso eminente, allievo del caposcuola della scienza penalistica milanese Alberto Crespi, Bartulli ha presieduto la cattedra della disciplina nell’ateneo del Sacro Cuore dal 1983 al 2009.
Ne hanno ricordato le doti umane, oltreché di giurista, il preside della facoltà di Giurisprudenza Giorgio Pastori, il prorettore Franco Anelli, il direttore dell’Istituto Giuridico e del Centro studi “Federico Stella” sulla Giustizia penale e la Politica Criminale» Gabrio Forti, i colleghi penalisti Massimo Donini e Sergio Seminara, nonché Mario Romano, che con il professor Bartulli ha condiviso un lunga amicizia e una stretta colleganza.
Gli interventi hanno sottolineato che la tutela penale dell’economia deve necessariamente muovere da una profonda comprensione delle dinamiche che sottendono e informano l’agire economico, potendo, solo così, ambire a regolarne efficacemente l’ordinato svolgimento. In particolare, il professor Forti ha evidenziato i limiti e i rischi di una giustizia penale che non sia in grado di cogliere l’essenza dei fenomeni che intende sanzionare. Il professor Donini ha rivolto la sua analisi critica al diritto penale fallimentare, rilevando come le riforme, ma soprattutto le interpretazioni degli ultimi anni, abbiano aggiunto ai vizi originari di questa disciplina nuovi fattori di incertezza, soprattutto sotto il profilo della offensività concreta dei comportamenti puniti. Il quadro complessivo è sempre meno aderente ai principi costituzionali che governano il diritto penale ed è bisognoso di un pronto intervento del legislatore.
Un intervento del legislatore è auspicabile anche per il diritto penale societario e finanziario, che, come ha avuto modo di evidenziare il professor Seminara, si presenta oggi come una materia pervasa da insanabili contraddizioni interne e sistematiche e costellata da infelici scelte normative: emblematico l’esiguo numero di vicende giudiziarie relative a fattispecie penal-societarie che ha interessato la Corte di Cassazione. Perplessità, queste, condivise dal professor Romano in un intervento che ha ripercorso tutti i settori del diritto penale commerciale, evidenziandone luci e ombre. Nel corso della sua riflessione, iniziata con il ricordo dell’importanza del contributo prestato dal collega scomparso all’evoluzione dottrinale dell’intera materia, il giurista ha posto in luce l’imprescindibile ruolo che il diritto penale, con la sua odiosità, gioca nella regolamentazione e nella tutela di un settore che ha assunto, sempre più, un peso enorme nella società contemporanea.
Alain Maria Dell’Osso
ARMANDO BARTULLI
Laureato in Giurisprudenza presso l’Università Cattolica nel 1960 sotto la guida di Alberto Crespi, Armando Bartulli fu suo assistente alla cattedra di Diritto penale fino al 1975, poi professore straordinario di Diritto penale nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Genova, per tornare infine in Università Cattolica nel 1983. Autore di pubblicazione che hanno spaziato in tutti gli ambiti del diritto penale in materia economica, unanimemente apprezzato per le capacità didattiche, Armando Barelli ha fatto dono del suo fine pensiero e della sua dirittura a intere generazioni di studenti dell’Ateneo del Sacro Cuore e a tutti coloro che lo hanno conosciuto.