Lo scorso 16 dicembre è stato Federico Ghizzoni, piacentino e amministratore delegato di Unicredit, l’ospite del quinto appuntamento di Cives, il corso di formazione civica dell’Università Cattolica di Piacenza, che è stato chiamato a rispondere alla difficile domanda “Economia e finanza più forti della democrazia?”.
Dopo i saluti di Paolo Rizzi, docente di Politica economica dell’Università Cattolica e componente del gruppo di coordinamento scientifico di Cives, e di Giacomo Marazzi, Presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, l’introduzione del tema della serata è stata curata da Giovanni Groppi, tra i coordinatori di Cives, e da Annamaria Fellegara docente di Economia aziendale dell’Università Cattolica di Piacenza.
Federico Ghizzoni, ha offerto un’articolata e complessa lettura dell’attuale situazione di crisi. Nel suo excursus sulla situazione critica a livello mondiale ha analizzato il passato e proposto soluzioni per il futuro, esordendo così: «Il titolo scelto per questo incontro è provocatorio, lascia pensare che economia e finanza da una parte e democrazia dall’altra siano inconciliabili. Questo in parte per un problema di reputazione delle banche. Ma nei secoli passati finanza ed economia sono state più volte insieme alle democrazie quando queste erano forti. Qualcosa si è rotto dal 2008 quando il mondo è cambiato».
Secondo il manager il vero problema della crisi degli Stati Uniti del 2008 è stato «il progressivo venir meno di etica professionale: si è data più importanza al profitto immediato piuttosto che alla sostenibilità del sistema. La crisi Usa del 2010 - prosegue - è stata causata da un problema di etica, la situazione attuale in Italia deriva dalla mancanza di una coscienza sociale. Il profitto è necessario, ma deve essere raggiunto con professionalità, con valori etici. Riconciliare economia, finanza e democrazia si può». Definendosi un “pericoloso” ottimista seocndo l’ad di Unicredit per risolvere la crisi «l’unico sistema è tornare all’Europa unita: il processo di integrazione europea non può essere fermato, l’euro è in una fase di crisi, ci vuole una politica fiscale comune , è necessaria una vera e propria coesione di responsabilità. È necessario – prosegue il manager- coinvolgere di più i cittadini europei per far crescere di nuovo le democrazie. Il debito non è solo un problema contabile ma di coscienza sociale».
Ma oltre a crisi e prospettive per il futuro, Ghizzoni ha parlato ovviamente anche di banche.«Gli istituti bancari vengono da quattro anni di crisi in cui hanno accumulato perdite consistenti. La banca deve tornare a fare la banca, dedicare tutto il capitale a sostegno dei clienti. L’obiettivo non è più il profitto immediato ma la sostenibilità, perché dobbiamo puntare alla soddisfazione del cliente. La finanza dovrebbe tentare di produrre non crescita, che è una mera misurazione matematica, ma sviluppo, ovvero qualità della vita e prospettive per il futuro».
E Ghizzoni conclude sottolineando l’importanza dei giovani: «in tutti i settori sono necessari leader giovani, perché in grado di fare la differenza in quanto, avendo la testa libera da condizionamenti, credono al domani».