«In questo momento mi sento un po’ Ezio Greggio». Con queste parole Mauro Balordi, direttore della sede di Piacenza, ha dato avvio, in una affollatissima sala Piana, all’incontro con Enzo Iacchetti. Il popolare conduttore di “Striscia la notizia” lo scorso 1° dicembre ha incontrato gli studenti nell’ambito di “A tutto campus”, una serie di appuntamenti che ha aperto le porte della sede a esponenti del mondo della cultura, dello sport, della musica e dello spettacolo. Al tavolo, insieme al comico cremonese, la giornalista Nicoletta Bracchi e i professori Vanna Iori e Daniele Bruzzone della facoltà di Scienze della Formazione.
«Non sono venuto a insegnarvi niente – ha esordito Iacchetti, chiedendo un confronto diretto e sincero con gli studenti –. Semmai siete voi che oggi potrete farmi un regalo e farmi tornare a casa con qualcosa in più». I panni del comico e conduttore televisivo gli vanno stretti. Iacchetti ha mostrato un profilo più ricco: uomo di teatro, attore, promotore di iniziative di solidarietà, attento alle questioni sociali. Ha cercato il dialogo con gli studenti ed è stato ripagato con grande simpatia. Fortuna, talento e passione. Questi gli ingredienti che servono, in ugual misura, per avere successo nel mondo dello spettacolo, secondo il Signor Enzino, che ha iniziato a raccontarsi parlando dei suoi esordi, di quando intratteneva i clienti delle pizzerie con numeri musicali o di cabaret e non capiva perché il suo talento e la sua voglia di cantare e far ridere continuassero a passare inosservati.
Finalmente negli anni Novanta è arrivata la popolarità e dal 1994 ha iniziato la conduzione di “Striscia la notizia” insieme a Ezio Greggio, un sodalizio che dura tuttora con grande successo. Parlare del più famoso Tg satirico è un’occasione di riflessione per Iacchetti: «Abbiamo smascherato finti medici, truffatori e molestatori, abbiamo avuto un ruolo determinante nel fare chiarezza sulla vicenda legata a Vanna Marchi e alla figlia – ha sottolineato –. Ma mi chiedo: è questo il ruolo di un programma televisivo? Non rischiamo di fare supplenza alle istituzioni?». E ancora: «Finché in Italia si continueranno a tagliare i fondi a chi deve garantire la nostra sicurezza, ma anche alla cultura, alla scuola, all’università e alla ricerca e si investiranno miliardi di euro per l’acquisto di aerei militari, continuerà il periodo cupo che stiamo vivendo. Dopo ogni Medioevo deve esserci un Rinascimento e toccherà a voi giovani, ai quali stiamo consegnando un mondo pieno di incertezza, dare il via a questa rinascita». Per non lasciare solo spazio alla critica sociale, Iacchetti ha ricordato anche le numerosissime associazioni che in Italia operano nel sociale, tamponando le carenze del sistema con l’indispensabile impegno di circa 3 milioni di volontari.
«Ragazzi - ha messo in guardia Iacchetti –, sappiate che la Televisione è ampiamente sopravvalutata. Consideratela un semplice elettrodomestico e non dimenticate che siete voi ad avere in mano lo strumento principale necessario a gestirla: il telecomando. Ci lamentiamo che in Tv passano solo programmi spazzatura, ma chiedetevi il perché. Finché certi reality continueranno a fare milioni di telespettatori, ci saranno sponsor disposti a continuare a produrli. Finché la spettacolarizzazione del dolore continuerà a far impennare i picchi dell’Auditel, vicende come il delitto di Cogne e Garlasco o recentemente quello di Avetrana occuperanno i palinsesti con morbosità».
Comico, conduttore, attore di teatro ma anche cantante, Iacchetti nella sua lunga chiacchierata con gli studenti ha più volte citato Giorgio Gaber, per lui grande punto di riferimento e fonte di ispirazione artistica. Ha raccontato anche di avere scritto e presentato con l’amico Giobbe Covatta una canzone al Festival di Sanremo che parlava di una bambina “dimenticata” su un barcone carico di immigrati approdato a Lampedusa. Ma la direzione artistica ha bocciato la candidatura, salvo poi dare spazio a Pupo e al Principe Emanuele Filiberto. «Forse è meglio essere stati scartati» - ha commentato Iacchetti, suscitando un’ovazione.
A uno studente che gli ha chiesto un messaggio positivo dopo le molte denunce, il popolare comico ha detto di provare un po’ di invidia per le grandi potenzialità di comunicazione che i giovani oggi possono utilizzare grazie al web. «Mi dispiace però - ha detto tra il serio e il faceto - che non proverete mai l’emozione di aspettare l’arrivo del postino per una lettera tanto attesa o la sensazione di telefonare da una cabina a gettoni a una persona speciale. Conoscetevi su Facebook ma poi incontratevi, perché solo stringendovi le mani e guardandovi negli occhi potrete realmente capire chi è l’altro».