Dal comico Giacomo Poretti alla star del teatro Lella Costa, dalla regista Andrée Ruth Shammah all’attrice del cinema Cristiana Capotondi (nella foto) e alla star dell'arte Philippe Daverio, fino ad “attori indiretti” che con i "divi" hanno a che fare ogni giorno. Proprio di divismo si parlerà durante il ciclo di testimonianze “Professioni di cultura. Il divismo”, a cura del professor Andrea Kerbaker, per il corso di Istituzioni e politiche culturali nell’ambito della laurea magistrale in “Economia e gestione dei beni culturali e dello spettacolo”.
L’iniziativa, partita giovedì 1° ottobre con Giacomo Poretti (aula G019 di largo Gemelli, ore 13.30), si propone di esplorare, attraverso interventi di “divi” e di persone che per professione li gestiscono e li frequentano, le opportunità e i rischi di questa convergenza. Giovedì 22 ottobre a salire in cattedra è l'attrice Cristiana Capotondi.
Chi si occupa di fare cultura, di rinnovarla e divulgarla correttamente, dopo aver studiato e ascoltato lezioni teoriche di alto livello, si scontra poi spesso con una società dominata dal divismo più che dai contenuti. Questi due aspetti non sono necessariamente in contraddizione ma conciliarli non è un’impresa da poco, considerando che nei sistemi dell’informazione è sempre più frequente la proliferazione di eccessi di popolarità.
Negli ultimi anni il fenomeno, prima sostanzialmente limitato al mondo dello spettacolo, quello sportivo e quello musicale, si è allargato a quasi tutte le attività. Tanto che oggi è piuttosto comune trovare “divi” nell’economia, nel giornalismo, nell’arte, nell’architettura e nella cucina.