Una scommessa sui giovani. Il Graduation Day collocato nell’ambito della Giornata dell’Università Cattolica assume questo particolare significato, come sottolinea il rettore nel messaggio per la 87esima edizione: «Ai giovani, soprattutto, vogliamo dedicare il nostro impegno e la nostra attenzione. È sulle generazioni di domani, infatti, che occorre scommettere senza esitazioni, aiutandone la formazione integrale sia professionale sia umana in vista di un modello di sviluppo realmente a favore della persona e della vita». La cerimonia di consegna del titolo di laurea agli studenti della sede piacentina si è svolta lo scorso 8 maggio in questa felice coincidenza, quasi a suggello di come «l’università – con le sue cinque sedi – ancora una volta potrà dare testimonianza di quanto sia profondamente entrata nel cuore della realtà nazionale, alle soglie del suo primo secolo di vita», come afferma ancora l’appello del rettore.
Nel cuore della realtà è l’espressione di padre Gemelli scelta come tema della Giornata, che nella sede di Piacenza ha dedicato ampio spazio proprio ai suoi giovani neolaureati attraverso la terza edizione del Graduation Day. La mattinata, aperta con la messa celebrata dal vescovo di Piacenza-Bobbio monsignor Gianni Ambrosio, ha saputo offrire una sintesi di quale sia ancora oggi il significato di avere nel nostro Paese quell'università "dei cattolici italiani".
«Sono trascorsi ormai 90 anni dal giorno in cui un gruppo di cattolici lungimiranti ha fondato un luogo di formazione e di ricerca dove Chiesa e società sono i due punti di riferimento, dove ragione e fede si incontrano in un percorso di crescita delle giovani generazioni – ha detto direttore di sede Mauro Balordi, introducendo i lavori - questo luogo è l’Università Cattolica del Sacro Cuore: un ateneo chiamato ad essere e a vivere “nel cuore della realtà”, a tener vivo il senso di centralità della persona umana con tutti i suoi valori ed i suoi principi».
E nella mission dell’Università Cattolica ha sicuramente un ruolo fondamentale il legame tra l’ateneo e la Chiesa. «Quest’anno - ha spiegato Balordi - abbiamo rinverdito una significativa tradizione, poiché dopo molti anni gli studenti sono tornati nelle parrocchie a spiegare durante le messe la loro esperienza in Cattolica e il significato di questa scelta».
Un legame che si ritrova anche nello slogan di quest'anno, che mette in primo piano una domanda: la realtà ha davvero un cuore? «Una domanda - ha sottolineato il prorettore dell'ateneo, il piacentino Franco Anelli, a cui è stato affidato l'intervento centrale - molto attuale in questo momento in cui più che mai è evidente la necessità di una morale pubblica. Una domanda che è sempre stata molto a cuore alla Chiesa, che in molte occasioni non ha mancato di sottolineare attraverso la voce dei suoi massimi esponenti come esperienza e conoscenza non possano e non debbano essere slegate».
Sono poi intervenuti otto laureati che hanno raccontato la loro esperienza: Simone Zani, Guglielmo Gianfredi, Marco Cusimano, Simona Stefanelli, Martina Repetti, Elena Biazzi, Rossella Gregori e Pasquale Coviello, che, in rappresentanza dei loro colleghi laureati, hanno parlato di cosa abbia significato per loro essere studenti della Cattolica e delle loro prospettive per il futuro.
Il Graduation day si è concluso con la tradizionale foto ricordo di tutti i laureati presenti insieme al prorettore Anelli e ai presidi delle facoltà Lorenzo Morelli, Maurizio Baussola, Michele Lenoci e, a rappresentare il preside di Giurisprudenza, Giuseppe Manfredi. Alla fine un aperitivo allietato dall’accompagnamento musicale di Mauro Sbuttoni e dei Mama Blues.