L’immigrazione come dramma di persone che sfuggono alla fame e alla guerra, non solo come problema da affrontare alzando le barriere. È questo il senso di due appuntamenti organizzati a Brescia dalla Cooperativa cattolico-democratica di cultura (Ccdc) che hanno coinvolto la sede bresciana. Il primo infatti è stato ospitato nella sala polifunzionale di via Trieste 17: la proiezione del minifilm di Wim Wenders "Il Volo", alla presenza di Claudio Gabriele, produttore esecutivo, e Domenico Lucano, sindaco di Riace. Il secondo evento è stata la conferenza, nel salone Bevilacqua di via Pace 10, di Laura Boldrini, portavoce dell'ufficio italiano dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), autrice del libro Tutti indietro (Rizzoli 2010), e di monsignor Agostino Marchetto, già segretario del Pontificio Consiglio per i Migranti e autore del libro Chiesa e migranti. La mia battaglia per una sola famiglia umana (La Scuola 2010), che hanno discusso di "Respingimenti: naufragio dei diritti".
È stata l’occasione per realizzare, a cura dell’ufficio stampa della sede bresciana, un’intervista alla Boldrini e a monsignor Merchetto che proponiamo di seguito.
Il Volo racconta la storia di accoglienza della cittadina di Riace, dove profughi in fuga da guerre e persecuzioni hanno ritrovato casa, lavoro e dignità. Il film è stato realizzato in 3D, il regista Wenders ha accolto con entusiasmo la nuova tecnologia, "perché ho pensato che il 3D potesse essere non soltanto la porta d'accesso a pianeti lontani del genere fantasy ma la porta diversa per accedere alla nostra realtà; dopotutto D in inglese è l'iniziale di porta". Continua poi Wim Wenders: "Tutto è cominciato dalla proposta del mio amico Claudio Gabriele di girare un film in 3D in Calabria, dedicato a un argomento per me molto importante: l'immigrazione. Tutti siamo abituati al fatto che buona parte della realtà che abbiamo di fronte agli occhi è piuttosto brutta, ci induce al pessimismo e a me invece è piaciuta l'idea di mostrare su questo schermo qualcosa di bello e quasi utopico calato in un paesaggio che ultimamente non gode di buona stampa. Non godono di buona stampa gli immigrati, non godono di buona stampa i poveri. Il tema della povertà e della miseria non gode di grande popolarità sul pianeta. Quindi delle volte occorre solo un granellino, un semino di utopia per vedere queste cose con occhio diverso. Spero che quel granello di utopia che abbiamo visto tutti quanti a Riace possa crescere, che ci porti a vedere gli immigrati non più come un problema ma come la soluzione. Mi rende felice sapere che su questo pianeta ci sono persone, persino uomini politici come Mimmo Lucano, il sindaco di Riace, che conservano ancora la capacità visionaria”. Domenico Lucano e Claudio Gabriele, il produttore esecutivo del film, sono intervenuti il 26 ottobre a Brescia per illustrare la realtà di Riace e i retroscena occorsi durante le riprese di questo minifilm, destinato a diventare un episodio di un'opera più grande che Wenders sta preparando sul Sud. Nelle scorse settimane Claudio Gabriele ha dichiarato: «Il Volo non è ancora in distribuzione, tuttavia ha già vinto il suo primo premio, che vale più di tutti gli Oscar. Grazie al film Ramadullah uno dei protagonisti, giovanissimo afgano che si credeva ormai orfano e fuggito dalla guerra insieme ad altri coetanei, ha ritrovato il papà, profugo in Norvegia». Altri interpreti de Il Volo sono: Luca Zingaretti, Ben Gazzarra e Salvatore Fiore insieme ad attori non professionisti reclutati nei borghi della Calabria dove il film è ambientato.
I respingimenti in alto mare degli scafi coinvolti nel traffico illecito di immigrati sono un'aperta violazione di una serie di norme del diritto internazionale, come il diritto di soccorso in alto mare e quello di asilo dei rifugiati: per questo motivo la Corte Europea ha aperto un ricorso contro il nostro paese. «Il 2009 è stato un anno difficile - ha dichiarato Laura Boldrini - l'anno dei respingimenti, che hanno messo in discussione la fruibilità del diritto d'asilo in Italia e per questo un tale riconoscimento acquista un significato più rilevante». Dopo che il Governo Italiano ha deciso di attuare i respingimenti in alto mare, Laura Boldrini ha iniziato a scrivere Tutti indietro (Rizzoli), libro di documentata denuncia, perché se le immagini dei barconi carichi di profughi sono scomparsi dai nostri telegiornali, non si sono interrotti i flussi di chi fugge da zone di guerra verso l'Europa. I centri di detenzione in Libia, dove quelle persone respinte in alto mare sono trattenute senza aver commesso alcun crimine, sfuggono ai controlli degli organismi internazionali come la Croce Rossa e l'Unhcr.
«No ai respingimenti in mare degli immigrati verso la Libia, Paese dove vengono violati i diritti umani. Nessuno può essere trasferito, espulso o estradato verso uno Stato dove esiste il serio pericolo che la persona sarà condannata a morte, torturata o sottoposta ad altre forme di punizione o trattamento degradante o disumano. È arduo monitorare il rispetto dei diritti umani, tenendo poi conto che la Libia non ha aderito alla Convenzione di Ginevra del 1951, né al Protocollo del 1967, e non riconosce l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati», ha affermato più volte nel corso degli ultimi mesi l'arcivescovo Agostino Marchetto, ora dimissionario dopo quasi dieci anni nel dicastero vaticano per la pastorale dei migranti. I respingimenti in alto mare sottraggono ai profughi, cioè coloro che lasciano il loro paese in seguito a guerre, persecuzioni o catastrofi naturali, la possibilità di esercitare un diritto fondamentale, riconosciuto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948. Mons. Marchetto ha raccolto il suo impegno di fedeltà al Vangelo e ai diritti dell’uomo in un libro intervista dal titolo Chiesa e migranti, la mia battaglia per una sola famiglia umana appena pubblicato dalla Editrice La Scuola.