È possibile misurare la pace? È quello che cercano di fare gli scienziati che, per la prima volta in Italia, hanno presentato un modo concreto per "quantificare" la pace nei diversi paesi, nell'ambito del convegno Global Peace Index, What can we learn from measuring peace? Organizzato in largo Gemelli dal 24 al 26 giugno. Il Global Peace Index è una misura sintetica di pace sociale costituito a sua volta da ventidue indicatori di violenza e altre attività distruttive ulteriormente classificabili secondo tre aree: militarizzazione, sicurezza interna e esistenza o partecipazione di conflitti esterni.
Il Global Peace Index calcolato su base nazionale per il 2013 è stato presentato da Steve Killelea, fondatore e chairman dell'Institute for Economics and Peace di Sydney. I risultati presentati nel rapporto sono stati poi commentati dall'economista della Cattolica Luigi Campiglio e dal professor Roberto Ricciuti dell'Università di Verona. I lavori sono stati coordinati dal professor Raul Caruso.
Quello che emerge dal rapporto è che il mondo è divenuto meno pacifico rispetto al 2012. Questo risultato è attribuibile non solo alla recrudescenza delle guerre in Afghanistan e in Siria, ma anche e soprattutto per il peggioramento della pace interna in molti paesi. In particolare, le misure di pace e sicurezza interna sono peggiorate a partire dal 2008. In molti paesi, infatti, si deve registrare purtroppo un aumento significativo nel numero di omicidi e di crimini violenti. I paesi più pacifici al mondo rimangono Islanda, Danimarca e Nuova Zelanda.
Se si guarda ai grandi paesi europei, la Germania occupa il 15esimo posto, l'Italia il 34esimo, piazzandosi così prima di Gran Bretagna e Francia, rispettivamente 44esima e 53esima a livello mondiale. Tra i grandi paesi europei, l'Italia purtroppo registra la performance peggiore in termini di pace interna, vale a dire di sicurezza della società. Ad esempio il crimine violento e accesso alle armi da fuoco sono significativamente più elevati rispetto a Francia, Germania e Gran Bretagna. Il peggioramento in termini di sicurezza interna si è accompagnato al deterioramento della situazione economica. Sebbene gli arsenali militari tendano a contrarsi a livello globale, la nostra sicurezza interna diminuisce a detrimento del nostro benessere e forse della nostra rappresentatività democratica.
Una riflessione più profonda sulla natura multidimensionale della pace non è quindi più rinviabile. In particolare, abbiamo bisogno di comprendere l'attitudine e la capacità di modificarsi dei nostri scenari di pace o violenza nel tempo al fine di elaborare strumenti e politiche che mettano al sicuro le nostre società da ulteriori deterioramenti. Questo è uno dei temi fondamentali della scienza della pace. Non a caso, la presentazione dell'indice globale ha chiuso idealmente la tredicesima edizione della Jan Tinbergen European Peace Science Conference ospitata per la prima volta in un'università italiana. La tre giorni di lavori intitolati a Jan Tinbergen è organizzata annualmente dal Network of European Peace Scientists (Neps).