L'importanza per chi vive l'Università di essere consapevoli del valore del complesso architettonico in cui si svolge la vita universitaria è la premessa e la base del convegno L'Università Cattolica: un bene culturale da vivere e conservare, momento conclusivo di un progetto sulla Conservazione Programmata finanziato dalla Fondazione Cariplo. Svoltosi lo scorso 30 settembre alla presenza del Rettore, Franco Anelli, e di una platea di operatori tecnici, personale tecnico amministrativo e referenti di istituzioni proprietarie di complessi storico artistici, durante l'incontro sono stati presentati i risultati del progetto. Nell'apertura dei lavori il Rettore ha richiamato in particolare l'attenzione sulla responsabilità - nei confronti degli utenti dell'Università - per la cura, la conservazione e il mantenimento dell'Ateneo. Non va dimenticato che l'Università è soggetta a un continuo flusso di utenza rispetto alla quale non è possibile, a differenza delle realtà museali, avere momenti di interruzione delle attività per realizzare opere di manutenzione conservativa. Nel medio-lungo termine comunque gli investimenti nella conservazione permetteranno di migliorare l'efficienza e l'efficacia dei servizi rivolti agli studenti, è questa la considerazione finale del rettore Anelli da cui hanno tratto spunto i successivi interventi del convegno.
«Il tema della conservazione programmata, spiega la dottoressa Lorenza Gazzerro della Fondazione Cariplo, è un punto di attenzione della Fondazione che ha deciso di rinnovare l'impegno economico su questo fronte con il nuovo bando per la promozione di buone prassi di prevenzione e conservazione del patrimonio storico e architettonico.Il progetto dell'Università Cattolica, avviato nel 2011 e giunto a conclusione a settembre 2013, è degno di attenzione perché viene sviluppato in un contesto storico artistico di pregio, particolarmente vivo per il continuo flusso di studenti e personale.
Trentadue edifici, 150.000 mq, 6.600 vani, 7.465 elementi tecnici e architettonici codificati e 730 operatori, tra personale interno ed esterno, che interagiscono nel sistema: questi sono i numeri del sistema informativo integrato messo a punto da Infor Eam in stretta collaborazione con gli uffici della Direzione tecnica logistica, della Direzione sistemi informativi e della Sovrintendenza tecnico urbanistica. «Si tratta di un processo organizzativo innovativo - ha sottolineato Mario Gatti, direttore della sede di Milano dell'Ateneo - che permette di accostare l'estintore al capitello ionico, monitorando gli aspetti manutentivi, lo stato dei degradi e prevenendo il peggioramento di situazioni critiche».
L'architetto Darko Pandakovic, docente al Politecnico di Milano, ha richiamato invece l'importanza della formazione di giovani che si occupano di conservazione programmata. È sempre più necessario avere figure professionali in grado di coniugare la preparazione storico-artistica con gli aspetti tecnico gestionali. Il progetto ha coinvolto professionalità diverse che durante il convegno hanno raccontato il loro contributo all'iniziativa. Dalla professoressa Vittoria Castoldi dello Studio Restauri Formica, che ha ricostruito attraverso immagini di archivio la storia e il restauro del complesso monumentale, all'architetto Andrea Pandolfi dell'omonimo Studio, che ha aiutato il gruppo di lavoro nella stesura del Piano di Conservazione. L'architetto Gabriele Schiatti e l'ingegner Diego Pinardi, della Sovrintendenza Tecnica Urbanistica della Cattolica, hanno collaborato con gli esperti dei sistemi informativi per la messa a punto di una piattaforma finalizzata ad una sistematico monitoraggio dello stato di degrado e alla raccolta della documentazione depositata da anni nell'archivio del Servizio Tecnico.
Il responsabile di Cad Service, Giuseppe Delmonte, ha infine illustrato il funzionamento della piattaforma facendo presente che il gruppo Infor Eam, a cui la società Cad Service appartiene, annovera tra i propri migliori progetti di asset management solution quello realizzato al Cern di Ginevra, quello messo a punto presso i Vigili del Fuoco di New York e presso altri dipartimenti pubblici e infine proprio il progetto di informatizzazione del piano di conservazione realizzato in Università Cattolica.
Il dottor Gatti ha concluso sottolineando come il progetto sulla conservazione programmata abbia permesso di dare forma organica a tutto ciò che riguarda la conservazione e manutenzione degli edifici del complesso monumentale attraverso uno strumento che, si auspica, resterà nel tempo indipendentemente dalle diverse figure, interne o esterne, che via via si avvicenderanno. Un vero e proprio patrimonio per l'Università.