«Una crisi può essere una vera benedizione, perché tutte le crisi implicano un progresso». La frase di Einstein riportata nel primo pannello della mostra "Un impiego per ciascuno. Ognuno al suo lavoro. Dentro la crisi, oltre la crisi" può sembrare una provocazione. Ma non è solo questo. Nell’iniziativa degli studenti della facoltà di Economia dell’Università Cattolica, c’è almeno un anno di riflessione e di lavoro sulla crisi economico-finanziaria globale, accompagnato dal prorettore Luigi Campiglio. Uno sforzo di conoscenza il cui risultato finale è tutto nella mostra, allestita dall’8 al 13 novembre in Cattolica. Non è la prima volta che la crisi vista dagli studenti si mostra al pubblico: questa estate è stata esposta al Meeting per l’amicizia tra i popoli di Rimini, frequentato da migliaia di visitatori.
La mostra, in tre sezioni, cerca di spiegare ai non addetti ai lavori le cause, le risposte dei governi e quello che dovremmo fare noi di fronte alla crisi. Perché un filo invisibile collega l’immagine dei dipendenti della Lehman Brothers tra gli scatoloni agli scontri in piazza di quest’estate ad Atene. Ogni giorno, durante questa settimana, dalle 10 alle 17 sarà possibile visitare la mostra accompagnati dagli stessi studenti che l’hanno allestita assieme alla Fondazione per la Sussidiarietà. «Tutto è nato dal desiderio di un gruppo di studenti di andare a fondo e all’origine di questo tracollo economico finanziario, per esprimere un giudizio critico e personale – racconta Marco Erroi, studente del terzo anno di economia –. La nostra scoperta, in quest’anno di lavoro, è questa: l’economia, per l’uomo, deve tenere conto del suo desiderio di positività, valorizzare l’esigenza di creare legami e realizzare il bene comune». Una concezione dell’umano, questa, che va oltre la mera rappresentazione dell’homo oeconomicus e che dell’uomo rivaluta il desiderio infinito di rimettersi in discussione e in gioco.