I ragazzi usano internet per una varietà di attività utili e divertenti. Internet offre ai ragazzi l’opportunità di esprimere la propria identità, creare nuovi legami di amicizia e di intimità o consolidare quelli vecchi. Il 25 % dei ragazzi fra gli 11 e i 16 anni ritiene abbastanza vero o molto vero che è più facile essere se stessi su internet piuttosto che di persona. Un terzo riesce a parlare di più cose su internet rispetto a quando parlano con qualcuno di persona. Il 19% parla online di cose private che non condivide di persona con gli altri. I risultati della ricerca EU Kids Online suggeriscono che il messaggio del Safer Internet Day 2011, che ha come referente italiano l'Osservatorio sulla comunicazione dell'Università Cattolica, “è più di un gioco, è la tua vita!” riguarda almeno un terzo dei ragazzi italiani.
Una “second life”?
EU Kids Online ritiene che opportunità e rischi della rete siano fortemente connessi – l’esposizione ai rischi cresce con il crescere delle attività online e delle opportunità della rete; e ciò che può essere divertente per qualcuno può essere rischioso per qualcun altro. Sperimentare ed esprimere la propria identità è parte integrante dell’essere adolescenti: quanti affermano che è “abbastanza vero” che è più facile esprimere se stessi online potrebbero semplicemente beneficiare delle opportunità della comunicazione online; ad esempio, perché è meno imbarazzante discutere di questioni personali online. Ma che dire del 5% dei ragazzi italiani che affermano che è “molto vero” che è più facile essere se stessi online? Il dato desta qualche preoccupazione. È perché hanno qualche difficoltà nelle relazioni interpersonali faccia a faccia, e internet compensa i problemi offline? O è perché trascorrono molto tempo su internet e, di conseguenza, si sentono più “a casa” online. Per misurare le relazioni interpersonali con i coetanei, abbiamo chiesto ai ragazzi cinque domande dello “Strengths and Difficulties Questionnaire” (tabella 1). Gran parte, ma non tutti i ragazzi hanno buone relazioni con i propri coetanei.
Una questione di vulnerabilità
I problemi relazionali con i coetanei sono fortemente correlati con la probabilità di affermare che è più facile essere se stessi online. I ragazzi che ritengono molto vera l’affermazione “è più facile essere se stessi online” sono quelli che hanno maggiori difficoltà relazionali con i coetanei, come sostiene l’ipotesi della “compensazione sociale”.
Conseguenze rischiose?
Dal momenti che i ragazzi che si sentono davvero se stessi online sembrano essere i più vulnerabili, ci siamo chiesti quanto questo comportamento sia associato a pratiche rischiose. La tabella 2 mostra che sentirsi se stessi online è associato con una serie di pratiche comunicative potenzialmente pericolose. Pur non essendo necessariamente pericolose queste pratiche sono una fonte di rischio. In ogni caso la maggior parte dei ragazzi ha relazioni positive con i pari, si sentono più liberi di esprimere se stessi online ma tendono a non esporsi a situazioni o interazioni comunicative rischiose.
L’82 % dei ragazzi italiani è in contatto su internet con persone che hanno conosciuto offline, il 43% comunica online con “amici di amici”, mentre solo il 16% è in contatto con persone mai incontrate offline. La percentuale dei ragazzi che hanno un profilo in un sito di social network e che sono in contatto con “sconosciuti” scende al 10%. Il 35% dei ragazzi che usano i siti di social network ha un profilo pubblico, ma solo il 16% pubblica nel profilo il proprio indirizzo o numero di telefono e solo il 20% dichiara un’età diversa online.