«Raccontare l’adolescenza oggi non è semplice: il più delle volte lo sguardo stanco e sfiduciato induce a vedere questa realtà con pochi margini di possibilità e speranza. Si tratta, innanzitutto, di guardare i ragazzi e le ragazze nella quotidianità dell’esperienza lasciando che emergano le domande di senso di cui è ricchissima l’età adolescenziale». Con queste parole il prof. Daniele Bruzzone ha introdotto l’incontro con Alessandro D’Avenia, autore del romanzo Bianca come il latte, rossa come il sangue, tenutosi all’Università Cattolica di Piacenza nell’ambito del ciclo "A tutto campus".
La fatica e la bellezza di comprendere il personale “compito” di vita, di intravedere la risposta all’interrogativo esistenziale più profondo: “cosa ci sto a fare in questo mondo”, va accolta dagli educatori, “accarezzata” ed orientata con fiducia. Questo significa – ha sottolineato D’Avenia – “andare a prendere i giovani lì dove stanno”, nella complessità dei vissuti che sperimentano, nella freschezza delle emozioni di cui sono capaci. Il che non vuol dire essere “amiconi” con loro, ma essere presenti, “affascinati” dal viaggio che gli adolescenti hanno iniziato, desiderosi di fare un pezzo di strada assieme.
Quando avvertono questa cura nei loro confronti, quando si accorgono che le pagine di letteratura possono dire qualcosa alla loro vita, quando i testi poetici sono capaci di prestare loro le giuste parole per dire le emozioni più intense, gli adolescenti sgranano gli occhi, si aprono e comunicano pensieri e sogni. Sogni, spesso, soffocati dalla paura del futuro, dalla disillusione e dal cinismo. È’ necessario impegnarsi perché il futuro avvertito dai giovani come minaccia – ha ricordato il prof. Pierpaolo Triani – torni ad essere vissuto come promessa, dove sognare non significa illudersi, ma impegnarsi nel quotidiano, riconoscendo limiti e risorse della propria personale realtà.
Tantissimi gli spunti di riflessione lasciati durante l’incontro che, assieme alla lettura di alcuni stralci del romanzo di D’Avenia letti dal prof. Alberto Gromi, hanno coinvolto ragazzi delle scuole piacentine, ma anche insegnanti, genitori e futuri educatori.
L’iniziativa, promossa dal Dipartimento di Pedagogia e dal Corso di Laurea in Progettazione pedagogia nei servizi per minori e realizzata in collaborazione con la Fondazione San Benedetto, chiude il ciclo di iniziative “A tutto campus” che, come ha sottolineato il Direttore di sede dott. Mauro Balordi, hanno lo scopo di favorire l'incontro degli studenti e della città con esponenti della cultura, dello sport, della musica e dello spettacolo.