«Come il comandante della nave mantiene il titolo anche una volta sbarcato, così Giorgio Pastori rimarrà per sempre preside della nostra facoltà» con queste parole Franco Anelli, pro rettore vicario dell’Università Cattolica e docente di Istituzioni di diritto privato alla facoltà di Giurisprudenza, ha introdotto la presentazione del volume “Scritti scelti” di Giorgio Pastori che, preside della facoltà dal 1987, ha concluso quest’anno il suo iter accademico. Poco prima lo stesso pro rettore, in una Cripta Aula Magna gremita di studenti, ex allievi e docenti, aveva letto un messaggio del rettore Lorenzo Ornaghi, impegnato per motivi istituzionali nella sede di Roma.
La virtù che in maniera costante ha caratterizzato l’ufficio di Pastori, ha detto il successore alla presidenza Gabrio Forti, è stata la pazienza. Virtù pregiata, dato che, come dice Franz Kafka, “l’unico peccato capitale è l’impazienza, che ci ha fatti cacciare dal paradiso terrestre e non ci fa tornare in quello celeste”. Ricordando quanto scriveva John Rawls, il professor Forti ha proseguito affermando che la principale ragione di una lealtà condivisa in politica o in qualsiasi altro corpo, come quello accademico, sta nella realizzazione di una fiducia simmetrica e bilaterale. Qualità che Pastori nel corso degli anni ha saputo mirabilmente generare nelle sue vesti di preside, instillando fiducia in tutti i suoi interlocutori universitari.
Anche la professoressa Ombretta Fumagalli Carulli, direttore dell’Istituto Giuridico, si è unita ai ringraziamenti per il lavoro svolto da Pastori nella triplice attività di preside, docente e insigne studioso di diritto amministrativo. In particolare la docente di diritto canonico ha spiegato di aver apprezzato l’importanza delle dimensioni di diritto costituzionale e amministrativo, presenti nella disciplina da lei insegnata, evidenziate proprio da alcuni lavori scientifici di Pastori.
Guido Greco, docente all’Università Statale di Milano, in qualità di presidente dell’Associazione italiana professori di diritto amministrativo (Aipda), ha portato i saluti di tutti gli associati. Nel suo intervento, poi, ha messo in evidenza le qualità di organizzatore dell’ex preside, qualità testimoniate dalla “scuola di giuristi” che ha saputo creare attorno a sé.
Il costituzionalista della Cattolica Enzo Balboni, invece, ha ripercorso alcune tappe della carriera di Giorgio Pastori, per esempio, le funzioni pubbliche esercitate presso la Regione Lombardia e i momenti di impegno politico nella Democrazia Cristiana, che gli offrì di correre per un seggio senatoriale. Inoltre, il professor Balboni, paragonando la sua attività scientifica a un “arazzo di bella fattura”, ne ha delineato le principali caratteristiche: una certa idea di amministrazione, una consapevolezza della pluralità dei corpi dello Stato e uno sguardo sempre attento al procedimento amministrativo. Un tema - ha fatto eco Giovanni Antonio Sala, docente all’Università di Verona - che ha sempre interessato la ricerca del professor Pastori, cui va il merito di aver individuato nella legge 241 del 1990 un cambiamento invero culturale dei rapporti fra cittadino e potere pubblico. Sono seguiti gli interventi di Girolamo Sciullo e Aldo Travi, entrambi docenti di Diritto amministrativo rispettivamente presso l’Università di Bologna e la Cattolica. Le conclusioni dell’incontro sono state affidate a Guido Corso, docente all’Università degli Studi Roma Tre.