Ritorno alle origini per due manager del settore Tv, Ilaria Dallatana, amministratore delegato di Magnolia ed Elisa Ambanelli, direttore generale dell’intrattenimento di Endemol, oggi “avversarie” dal punto di vista professionale, ma entrambe laureate in Lettere in Cattolica, e allieve del professor Aldo Grasso - ordinario di Storia della televisione e direttore di Ce.R.T.A. -.
La presentazione del volume del loro maestro: Prima lezione sulla televisione, pubblicato da Laterza nel 2011, è stata l’occasione per un dibattito approfondito su “come si fa” la televisione contemporanea, toccando temi quali il rapporto tra format e creatività, la tagliola quotidiana dei dati d’ascolto, i recenti cambiamenti della professione del produttore televisivo.
Entrambe hanno riconosciuto al volume di Grasso il pregio di “dare dignità” e spessore teorico a un medium spesso considerato basso e triviale, e quindi, di riflesso, al lavoro dei molti professionisti impegnati nella realizzazione dei programmi tv, che stanno fronteggiando il grande cambiamento comportato dalla convergenza del piccolo schermo con altri media: “Siamo in una fase in cui il rapporto con una pluralità di mezzi eccita e angoscia allo stesso tempo, soprattutto noi produttori di contenuti televisivi”, ha detto Ilaria Dallatana.
Le due manager hanno poi ripercorso la loro esperienza professionale, tra successi e qualche flop: Elisa Ambanelli ha ricordato il surreale talk show Dillo a Wally di Gene Gnocchi e Tempi Moderni condotto da Daria Bignardi come i suoi programmi più riusciti, mentre ha ammesso che Bisturi si è scontrato con la difficoltà di affrontare il tema della chirurgia plastica con il linguaggio della televisione generalista, operazione che sarà ritentata con Plastik, in onda su Italia 1 nei prossimi giorni. Mentre Dallatana ha raccontato l’entusiasmo di lavorare alle primissime edizioni de Le Iene, “allora più scanzonate, ironiche, e meno ‘con il ditino alzato’ rispetto a oggi”.
Un accenno inevitabile anche ai due principali reality prodotti da Magnolia ed Endemol, L’isola dei famosi e Grande fratello, e ai loro concorrenti: come ha raccontato Dallatana, “facendo il casting per un reality capita di "azzeccare" come si comporteranno tre o quattro concorrenti, altri sono del tutto imprevedibili, ma è proprio questo margine di imprevedibilità quello che fa sì che avvengano i momenti migliori dei nostri programmi”.
Per chiudere si è discusso anche del ruolo e degli effetti della critica televisiva su chi i programmi li fa e li conduce: Ambanelli ha raccontato di conduttori che hanno reagito male a una stroncatura, mentre Dallatana ha spiegato che “a volte la critica viene anche strumentalizzata da noi produttori, perché lavorare con le star non è facile e un articolo di Grasso può convincerle a cambiare qualcosa”.