Una riflessione sulla Caritas in Veritate a più voci, quelle di quattro docenti e di altrettanti studenti. È questo il senso dell’incontro promosso lo scorso 13 aprile nella sede piacentina dell’Università Cattolica sul tema “Sviluppo e famiglia umana. La Caritas in Veritate interpella l’Università”. «A due anni dalla pubblicazione della Caritas in Veritate – ha detto il vescovo della diocesi di Piacenza-Bobbio monsignor Gianni Ambrosio introducendo l’incontro – la sede di Piacenza continua ad approfondirne i contenuti, riconoscendo all’Enciclica del Papa il ruolo di una bussola utile a disciplinare molti temi di attualità, analizzando l’uomo e i presupposti antropologici sui quali poggiare i sistemi che hanno bisogno di ripresa».
L’approccio economico è stato affrontato dal professor Paolo Rizzi, della facoltà di Economia, affiancato dalla studentessa Claudia Maria Mundo. Nella sua relazione “La fraternità come nuova sfida per l’economia”, il professor ha individuato una possibile soluzione al fallimento della grande finanza mondiale “nella civilizzazione dell’economia e nell’introduzione dell’etica nell’economia”. «Il sistema dovrebbe aprirsi a nuove forme di attività come il microcredito e il commercio equo e solidale, avendo consapevolezza che Ogni lavoratore è un Creatore e che Il fare è cieco senza sapere e il sapere è sterile senza amore», ha commentato il docente, sottolineando l’importanza dei valori di amicizia, socialità, solidarietà e reciprocità anche all’interno delle attività economiche.
Il docente della facoltà di Scienze della formazione Pierpaolo Triani, insieme alla studentessa Rachele Greco, è intervenuto sul tema “L’educazione integrale come fattore di sviluppo”, definendo l’impegno educativo come atto d’amore nella verità e sottolineando come la carità sia un atto di fede dell’atto educativo e quest’ultimo debba essere indirizzato verso la verità. «L’educazione deve essere intesa come bene comune e il processo educativo come processo della costruzione del bene comune. Ciò porta alla visione di società fraterna - ha affermato il professor Triani –. La Chiesa non ha soluzioni tecniche, ma ha solo una missione di verità. La scuola invece deve essere garanzia per tutti al fine di promuovere una società fraterna. Oggi le famiglie si ritengono autosufficienti nell’impegno educativo ma un’educazione che rende un uomo autosufficiente a se stesso non è un’educazione umana».
La Caritas in Veritate ha interpellato l’Università Cattolica anche sul profilo giuridico: su questa analisi sono intervenuti Dino Rinoldi, docente della facoltà di Giurisprudenza, e la studentessa Francesca Pizzenti. La riflessione intitolata “In cammino: incontro fra popoli, dignitá della persona, conflitti di civiltà” ha posto l’accento sull’integrazione delle diversità, affermando che lo slogan dell’Unione Europea dovrebbe essere “L’unità nella diversità”. Il docente ha anche affermato che nell’Enciclica si parla di famiglia umana, un concetto fondamentale che va oltre gli stati e oltre le nazioni. L’intervento del professor Rinoldi è continuato con una critica alla sentenza della Corte Europea sul crocifisso, che lo ha definito come un simbolo “passivo”.
A chiudere le relazioni è stato il professor Daniele Rama, della facoltà di Agraria, insieme allo studente Gilberto Lot. Il suo intervento intitolato “L’accesso all’alimentazione e all’acqua come diritto universale” è stato incentrato sul diritto a nutrirsi e dissetarsi, che all’interno dell’Enciclica è posto come imperativo etico che si sposa con il dettato evangelico: “Dar da mangiare agli affamati”. «La fame del mondo è un problema che provoca disuguaglianze. Si tratta di un problema che mette in gioco la dignità delle persone e non si può definire strutturale – ha sottolineato il professor Rama -. È necessario quindi ripensare in quest’ottica alle regole del mercato e non considerare i prodotti agricoli come materie prime oggetto di scambio».
L’incontro si è concluso con le parole di monsignor Sergio Lanza, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica: «Se l’Università è unanimemente riconosciuta come la fucina del sapere, la Cattolica deve essere qualcosa in più, espressione di originalità in ordine all’edificazione della città dell’uomo. Il nostro compito è di essere avanguardia culturale, minoranza creativa». Monsignor Lanza ha così sottolineato che l’aggettivo “cattolica” vicino alla parola “università” dice chi siamo e ci indica la direzione nella quale dobbiamo procedere.