Abbina la conduzione radiofonica e televisiva alla scrittura e i suoi libri danno voce ai giovani di oggi e ai loro incerti percorsi nella nostra società. La giovane scrittrice Chiara Gamberale è stata ospite il 3 maggio scorso del ciclo di incontri “Il Cielo nelle stanze”, promosso dal Policlinico Gemelli in collaborazione con le librerie Arion, con la consueta intervista di Luciano Onder.
Il suo primo romanzo Una vita sottile è del 1999, scritto poco più che maggiorenne. In questo come negli altri libri la Gamberale racconta attraverso i suoi personaggi i propri dubbi, i tormenti e le ansie della propria età giovane e inquieta, seguendo un filo che arriva fino al suo ultimo romanzo, Le luci nelle case degli altri (Mondadori), pubblicato nell’ottobre scorso che ha già venduto 100 mila copie. Anche in questo romanzo sembra forte la componente autobiografica. «La scrittura è la mia forma di terapia, la cura per la mia anima - ha detto - da bambina ascoltare storie mi pacificava».
Perché questo avvenga, se per il fatto che ci porta in un mondo diverso dal nostro o perché ci aiuta a capire meglio il mondo, secondo la giovane scrittrice queste due cose accadono nello stesso tempo. «Succede anche quando si scrive, per questo i libri per me sono una sorta di terapia». Il nuovo romanzo ruota intorno al mistero dell’esistenza. Maria, l'amministratrice condominiale libera e carismatica di un palazzo apparentemente come tanti, muore all'improvviso, in un incidente stradale. Rimane sua figlia, Mandorla, una bambina di sei anni, e rimane una lettera in cui Maria rivela che il vero padre di Mandorla abita in un appartamento di uno dei cinque piani del condominio che lei amministrava. Chi è il padre di Mandorla? Chi, in quel palazzo, intratteneva con Maria una relazione così profonda e segreta? Gli uomini del condominio sono tutti sospettati, ma con l'appoggio delle loro famiglie decidono di non volersi sottoporre al test del dna e stabiliscono di crescere la bambina tutti assieme.
Cosa c’è di Chiara Gamberale in un romanzo del genere? «C’è tutto! – ha esclamato l’autrice -. La domanda che si porta nel cuore la protagonista Mandorla è quella che io mi pongo da 34 anni. Chi sono gli altri? Chi sono io?». Sulla copertina del libro si legge: viviamo tutti all’oscuro di qualcosa che ci riguarda. «Ogni situazione è impastata di mistero. Questo romanzo - ha affermato la Gamberale - è la mia resa a quella parte di mistero dell’esistenza, che va accettata. Ci sarà sempre qualcosa che ci sfugge e che non riusciamo ad afferrare. Tante sono le cose che ci è dato sapere in questo mondo, e per me la finalità della vita è scoprirne il più possibile. Ma tante sono le cose che non sapremo mai. Questo non è per forza un male perché a volte il mistero e i segreti ci possono anche proteggere. Credo che la grandezza dell’essere umano stia anche nel rinunciare a scoprire alcune verità».
Per la giovane scrittrice scrivere è una necessità. «È l’argomento della mia vita mentre tutto intorno a me cambia, le persone, la faccia degli amici, la scrittura è qualcosa che mi accompagna e mi dà solidità». Ma chi è Chiara Gamberale? - ha chiesto Onder - una ragazza socievole con un carattere aperto, o una ragazza un po’ impaurita e delicata? «Il mio penultimo romanzo si intitola La zona cieca, quello che gli altri vedono di te e tu non sai. Io “mi vivo” come una persona spaventata, ma so che dagli altri non vengo percepita così, sicuramente sono una persona a cui piace vivere». Sulla possibile identificazione tra Mandorla, la protagonista del romanzo, e Chiara, la scrittrice ha affermato: «Con lei condivido molto i dubbi, le fragilità, le paura inconfessabili, ma anche una costante tensione alle felicità. Mandorla scardina un po’ tutto con la sua semplicità, entra in questo condominio e vede cose che le persone che ci abitano non vedono: viviamo tutti all’oscuro di qualcosa che ci riguarda».
Oltre all’attività letteraria, Chiara Gamberale conduce da anni un fortunato programma su Radio Due Io, Chiara e l’Oscuro, in cui esplora la complessità dell’umano fra pensieri, emozioni e sentimenti. Anche in questa trasmissione c’è una notevole componente di introspezione e di analisi, un po’ come i suoi romanzi. «In radio parlo con la testa, il cuore e la pancia. A me interessano le cose dal di dentro, conoscere le persone è il mio hobby preferito. Mi meraviglia e mi diverte capire gli esseri umani nel profondo. Ciò che non mi stanca mai è capire il ‘meccanismo’ che anima le persone».
Nell’ultima parte dell’intervista, spazio al privato di Chiara Gamberale al suo rapporto con il marito Emanuele Trevi, scrittore e critico letterario. «Io ed Emanuele siamo al quarto piano della palazzina, una coppia di intellettuali che parlano tanto, ma che a volte non si dicono niente – ha detto scherzosamente - capita che le persone che parlano bene inciampino dentro le loro stesse parole, anziché ascoltare quelle dell’altro».
E Chiara un figlio oggi lo vorrebbe? «Sto scrivendo il nuovo romanzo per chiedermelo e per capirlo».