di Lucrezia Lamastra e Paola Riscazzi *
L’umanità si è accorta di vivere in modo poco sostenibile, consumando le risorse limitate della Terra a un ritmo eccessivo. Ma se si vuole lasciare un mondo vivibile alle generazioni future è necessario perseguire un nuovo modello di sviluppo che sia al tempo stesso sensibile all’ambiente, socialmente equo ed economicamente efficace, in una parola sola sostenibile. L’agricoltura convenzionale, quella oggi maggiormente diffusa sul territorio nazionale, ha un profondo impatto sull’ambiente circostante e sulle risorse naturali dalle quali dipende. Ma un altro modo di ottenere reddito per i produttori e soddisfare i consumatori è possibile se si adottano i principi della sostenibilità. Piccoli miglioramenti continui, porteranno nel giro di qualche anno a grandi cambiamenti, garantiranno un mondo più pulito e un cibo più sano e più giusto per tutti, e miglioreranno la qualità della vita dell’agricoltore e della società in genere.
Ne abbiamo parlato lo scorso 14 novembre insieme a tutto il corpo docente delle scuole di Fiorenzuola e ai suoi studenti riuniti al Teatro Verdi. Una giornata intensa d’interventi, organizzata dall’istituto comprensivo G. Gatti. La nostra Università attraverso il professor Ettore Capri partecipa a questo programma didattico rivolto alle scuole primarie di un importante territorio della provincia di Piacenza. Durante il convegno abbiamo hanno presentato ai ragazzi il significato dell’agricoltura sostenibile e di un’alimentazione sostenibile suscitando grande interesse anche nei più piccoli. Raccontare le domande e le risposte è il modo migliore per descrivere in questa news l’approfondimento degli argomenti trattati e l’interesse suscitato.
Come si fa a diventare sostenibili
Attualmente non vi è nessun riferimento normativo per definire un processo sostenibile, e nessun marchio riconosciuto attesta la sostenibilità di un prodotto in Italia. La sostenibilità dunque di un sistema aziendale è una scelta volontaria e soggettiva dell’azienda che si impegna a migliorare il proprio comportamento nei confronti dell’ambiente e della società. Diventare “sostenibili” significa quindi partecipare ad un programma di sostenibilità costruito su misura per la realtà aziendale in cui si opera, ed effettuare piccoli e progressivi cambiamenti tesi a diminuire l’impatto ambientale, tenendo conto delle ricadute economiche e sociali che questi cambiamenti comportano.
Quali sono i vantaggi per un’azienda che decide di diventare sostenibile?
La sostenibilità prevede la valorizzazione delle risorse territoriali, al fine di ridurre al massimo l’esigenza di input esterni e garantire la qualità dell’ambiente di coltura. Tutto questo si traduce in un risparmio economico, ed in una caratterizzazione del prodotto che soddisfa il consumatore in cerca di un alimento sano prodotto nel rispetto dell’ambiente ed in modo socialmente ed economicamente equo. Inoltre diventare sostenibili non richiede grandi cambiamenti ed investimenti, ma piccoli e continui cambiamenti che possono essere decisi nel momento contingente, in funzione della realtà aziendale e della precisa situazione in cui l’azienda si trova.
Su che progetti di sostenibilità state lavorando?
Diverse aziende produttrici di vino in Italia sono interessate ad un percorso di sostenibilità. Insieme, proprio perché la sostenibilità non è un principio che viene dall’alto ma che si costruisce mettendo insieme le conoscenze dei tecnici del settore e le esigenze e la realtà aziendali, stiamo mettendo a punto il programma di sostenibilità. La qualità dell’acqua, il risparmio delle risorse idriche, la protezione del suolo, e dell’aria, il corretto e responsabile uso di pesticidi e fertilizzanti, sono solo alcuni degli argomenti che attraverso un approccio integrato vengono affrontati all’interno del programma e sul quale le aziende sono chiamate a prendere provvedimenti per aumentare in modo continuo e progressivo il loro livello di sostenibilità.
La nostra tradizionale cucina italiana può essere considerata sostenibile?
Se pensiamo alla tradizionale cucina povera, contadina di una volta, scopriamo che era composta principalmente da piatti poveri, semplici, preparati con ingredienti locali e di stagione. Si trattava di alimenti per lo più di origine vegetale, la carne era consumata solo in occasioni speciali. Per questo possiamo considerarla una vera e propria alimentazione sostenibile, non solo per l'ambiente, ma anche per la salute. Per tradizionale cucina italiana intendiamo la cucina povera, contadina del passato, la cucina di tutti i giorni; era composta principalmente da piatti unici, semplici, preparati con ingredienti locali e di stagione; erano per lo più alimenti integrali, di origine vegetale; la carne era considerata un lusso, e veniva consumata solo in occasione delle festività. Inoltre molti di questi piatti risultano equilibrati da un punto di vista nutrizionale, nel rispetto delle raccomandazioni attuali. Per tutti questi motivi possiamo definirla un'alimentazione sostenibile, non solo per l'ambiente, ma anche per la nostra salute!
* dottorande della scuola Agrisystem