Sarà il cheratocono il protagonista del Congresso nazionale della Società Italiana trapianto di Cornea (Sitrac) chesi svolge presso il Centro congressi Europa dell’Università Cattolica di Roma da giovedì 23 a sabato 25 febbraio. «L’obiettivo del simposio scientifico è di presentare lo stato dell’arte e le novità per il trattamento delle patologie corneali a 360 gradi - anticipa il presidente del Congresso e direttore dell’Istituto di Oftalmologia della Cattolica Emilio Balestrazzi -. L’evento sarà anche l’occasione di confronto con esperienze e modalità operative internazionali grazie all’intervento di rappresentanti della Johns Hopkins University di Baltimora (Usa), centro all’avanguardia nel settore».
Il Congresso Sitrac si svilupperà in tre giornate di attività scientifiche, suddivise in sessione plenaria, con le sedute di “chirurgia in diretta” dove 20 chirurghi si alterneranno dalle sale operatorie del Policlinico A. Gemelli e dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, le tavole rotonde e le letture magistrali, e in quattro percorsi formativi, cioè specifici processi di apprendimento guidato sui temi “caldi” della patologia e della terapia corneale: il Cheratocono, Le Cheratoplastiche Lamellari, La Cheratoplastica Perforante e La Superficie Oculare.
In Italia - afferma Balestrazzi - vengono eseguiti circa 5.000 Trapianti di cornea ogni anno. Grazie all’esperienza e all’abilità degli operatori sanitari, all’evoluzione delle procedure chirurgiche dell’intervento, alla buona qualità delle cornee utilizzate, opera della puntuale attività delle Banche dei tessuti oculari, la percentuale di successo di quest’intervento è molto alta con oltre il 90% di sopravvivenza a 10 anni». L’Italia è il primo paese europeo per la donazione di cornee con 7.246 donatori nel 2011 che, rispetto ai 6.742 del 2010, rappresentano un incremento del 8%” (dati Report sull’attività di donazione e trapianto in Italia, a cura del Centro nazionale trapianti).
Il Cheratocono(KC) è un disturbo che provoca l’assottigliamento della cornea con la distorsione e la visione ridotta. La cornea è una sottile membrana trasparente, posta davanti all'iride, che costituisce la porzione anteriore del bulbo oculare; ha lo scopo di far passare le immagini all'interno dell'occhio e di focalizzarle sulla retina. Quando la cornea è opacizzata l'unica soluzione è rappresentata dal trapianto che può essere "a tutto spessore", detta cheratoplastica perforante (l’intervento con sostituzione in toto), o cheratoplastica lamellare (si trapianta solo la lamella più superficiale). In caso di gravi alterazioni della superficie oculare, in alternativa al trapianto di cornea si effettua il trapianto di cellule staminali, che ripopolano la cornea riparandola. La nuova superficie consente di eseguire trapianti altrimenti destinati a fallire. L'intervento consiste nel sostituire la porzione centrale della cornea opaca del paziente con una trasparente di donatore.
«Annualmente – spiega il direttore della Clinica oculistica del Gemelli, Balestrazzi - eseguiamo circa 180 trapianti di cornea, di cui circa il 20% effettuati mediante l’ausilio della procedura a femtosecondi, una tecnologia divenuta fondamentale nella correzione della complicanza più frequente di questi trapianti e cioè nella correzione degli astigmatismi elevati mediante tecnica Lasik o con tagli corneali. La Clinica oculistica del Gemelli è la prima struttura pubblica in Italia ad avere avuto in dotazione il laser a femtosecondi; grazie a questa tecnologia è possibile creare delle microcavitazioni del tessuto corneale con una precisione e con spessori accurati che consente una modulazione diretta della chirurgia corneale”. “Il Trapianto di cornea - aggiunge Balestrazzi - è un’esperienza entusiasmante per il medico oculista che se ne occupa come culmine di un’intensa e spesso complessa attività clinica e terapeutica che precede l’intervento e, soprattutto, per il paziente come momento riabilitativo della vista tanto desiderato. I progressi fatti nella conoscenza delle patologie corneali e della superficie oculare e nelle procedure chirurgiche attuate per curare tali patologie hanno permesso la divulgazione delle tecniche del Trapianto di cornea e la diffusione delle competenze in merito e i maggiori beneficiari di questo “spread” sono soprattutto i pazienti affetti da tali patologie».
Nel corso degli anni la scienza dei trapianti di cornea ha mostrato una frenetica evoluzione delle tecniche chirurgiche, a partire dalla fioritura di procedure che preferiscono, ove possibile, in base alla patologia corneale che richiede il trapianto, la sostituzione lamellare della cornea e cioè solo di una porzione della stessa, lasciando in situ gran parte del tessuto sano del paziente e riducendo cosi il rischio della complicanza più temibile, il rigetto immunologico del lembo. “Fino a qualche anno fa - conclude Balestrazzi - la maggior parte dei trapianti di cornea era effettuata con tecnica di cheratoplastica perforante, oggi quasi il 50% degli interventi effettuati utilizza una procedura di cheratoplastica lamellare».
La tecnica di trapianto lamellare può essere effettuata mediante sostituzione degli strati anteriori della cornea, cercando di asportare quanto più tessuto fino ad arrivare od avvicinarsi al livello dello strato Descemet/endotelio (la cosiddetta”Deep Anterior Lamellar Keratoplasty o DALK”) oppure, se la principale compromissione patologica della cornea riguarda proprio questo strato, la sostituzione lamellare può interessare solo gli strati posteriori della cornea e la procedura viene indicata con il termine di cheratoplastica posteriore (“Descemet Stripping Lamellar Keratoplasty o DSEK”). Sia le tecniche di cheratoplastica perforante che quelle di cheratoplastica lamellare possono esser rese più semplici e standardizzabili grazie all’evoluzione della tecnologia che nel tempo ha introdotto strumentazioni e soprattutto apparecchiature con sorgente laser (ad eccimeri o il nuovo femtolaser) che stanno migliorando i risultati clinici e rifrattivi dell’intervento di trapianto di cornea.