Le chance di guarigione per i pazienti colpiti da cancro del pancreas anche in stadio avanzato aumentano del 20% grazie a tecniche chirurgiche d’avanguardia, che possono e devono essere eseguite solo in poli di eccellenza per questo tipo di gravi patologie. Tra i centri di riferimento adatti a gestire queste situazioni di elevata complessità si segnalano quelli di Roma, Pisa, Bologna, Verona e Milano.
È questo uno degli elementi più importanti emersi dal corso del congresso “Tumore del Pancreas localmente avanzato” che si è svolto venerdì 10 e sabato 11 febbraio 2012 presso il Policlinico Gemelli e presieduto dai docenti della Cattolica di Roma Giovanni Battista Doglietto (Chirurgia generale), Guido Costamagna (Endoscopia digestiva) e Carlo Barone (Oncologia medica).
«È sempre più attuale - ha spiegato Doglietto - la necessità di un approccio multidisciplinare per una patologia, il tumore del pancreas, che, già grave di per sé, nella sua forma avanzata vede spesso il medico rinunciare al trattamento, inconsapevole della disponibilità, in centri di eccellenza, di metodiche innovative di maggiore efficacia».
«Nuovi approcci terapeutici sembrano oggi offrire possibilità di cura e garantire una migliore qualità di vita al paziente», concordano i tre presidenti del congresso. Al Policlinico Gemelli in un anno sono stati curati 262 malati con una neoplasia del pancreas di cui 80 sottoposti a intervento chirurgico curativo (gli altri malati sono stati sottoposti a trattamenti endoscopici e chemio-radioterapici), numeri considerevoli, che pongono il Gemelli al primo posto come polo sanitario per il Centro-Sud per la cura del tumore del pancreas.
Una di queste tecniche operatorie innovative, oggi praticata al Policlinico dell’Università Cattolica dai chirurgi oncologi Giovanni Battista Doglietto e Sergio Alfieri, è indicata per le neoplasie localmente avanzate che comportano un intervento chirurgico più complesso, è la resezione pancreatica con la contemporanea asportazione dei vasi mesenterici (i vasi che provvedono a irrorare l’intero intestino), quando risultano infiltrati dal tumore, che può essere eseguita solamente in centri con alti volumi di attività e con un’esperienza multidisciplinare come è appunto il Gemelli di Roma.
«Questa tecnica chirurgica - spiega Alfieri - non è un approccio nuovo, ma a oggi viene eseguita in pochi centri in Italia (non più di 6). Il Gemelli è dotato di unità operative integrate e all’avanguardia - chirurgia digestiva, endoscopia digestiva, oncologia medica - facilities che ne fanno un polo di riferimento nazionale per la cura di questi tumori.
«Al Gemelli – prosegue Alfieri- c'è un centro multidisciplinare per la cura del cancro che offre tecniche chirurgiche innovative (quali ad esempio il trattamento laparoscopico mininvasivo per alcune neoplasie della coda del pancreas), che permette di operare anche quei pazienti che in altri centri possono venire giudicati inoperabili; offre inoltre dei protocolli di chemio e radioterapia che si avvalgono sia di farmaci innovativi, sia di ‘acceleratori lineari’ di ultima generazione e della radioterapia intra-operatoria. È anche presente una unità operativa di endoscopia diagnostica tra le prime in Europa».