Lo scorso 22 marzo, presso la sede piacentina dell’Università Cattolica, si è tenuto il Dies Academicus, tradizionale momento di incontro della comunità universitaria con le autorità e i rappresentanti della realtà locale. Durante la celebrazione eucaristica, svoltasi presso la Piazzetta della facoltà di Economia e animata come di consuetudine dal coro degli studenti del Collegio S. Isidoro, monsignor Gianni Ambrosio, vescovo della diocesi di Piacenza-Bobbio, ha sottolineato come Quaresima e formazione siano un binomio da riscoprire e valorizzare. La messa si è conclusa con il conferimento all’ex direttore di sede Libero Ranelli del Cavalierato dell’Ordine di San Silvestro Papa, ordine cavalleresco detenuto dalla Santa Sede come storica ricompensa per i cattolici che si dedicavano attivamente alla vita della Chiesa, soprattutto distinguendosi nell’esercizio delle proprie abilità professionali e nelle varie attività nella vita lavorativa.
La cerimonia si è quindi spostata presso l’Auditorium G. Mazzocchi per il discorso introduttivo del rettore Lorenzo Ornaghi e per i saluti del presidente dell’Epis e della Provincia di Piacenza Massimo Trespidi, del sindaco Roberto Reggi, del presidente della Camera di Commercio Giuseppe Parenti e del Presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Giacomo Marazzi. Il Rettore ha individuato nella internazionalità e nella ricerca i due capisaldi che caratterizzano l’ateneo piacentino del Sacro Cuore: la consolidata esperienza e il riconosciuto rango scientifico a livello internazionale sono stati evidenziati, anche per il 2010, dalla qualità e dalla quantità delle ricerche svolte con un respiro europeo ed extraeuropeo. La continua crescita in termini di ricerca scientifica – ha ricordato il Rettore - è dimostrata da esempi quali la scuola di dottorato Agrisystem e dall’attività dei tre spin-off, considerati la spina dorsale della collaborazione tra ateneo e mondo scientifico.
Nel suo novantesimo anniversario, la Cattolica non poteva infine trascurare la sua storia. E questo lungo cammino è stato percorso attraverso una tavola rotonda intitolata Crisi, istituzioni e potenzialità di sviluppo. Il contributo dell’Università Cattolica attraverso le analisi di Francesco Vito, Mario Romani e Amintore Fanfani. Ad aprire i lavori Maurizio Baussola, preside della facoltà di Economia, che dopo aver ricordato il significativo contributo dell’ateneo cattolico allo sviluppo del pensiero economico nazionale e internazionale, ha introdotto gli articolati interventi dei professori Daniela Parisi e Aldo Carera.
Nel pomeriggio dello stesso giorno si è svolto anche il Dies Academicus di Cremona, una cerimonia che è stata l’occasione per mettere in luce le eccellenze di una sede, che ha da poco celebrato il proprio 25° e punta all’alta formazione. L’Università Cattolica di Cremona cresce, salvaguardando una dimensione a misura di studente. «Gli iscritti – come ha ricordato il rettore - sono circa 280. Le ultime immatricolazioni hanno registrato un incremento di quasi 20 unità, mentre il numero complessivo dei laureati e dei diplomati della sede è salito a oltre 1.400».
Anche la realtà cremonese dell’Ateneo di padre Gemelli è sempre più aperta ai processi di internazionalizzazione. Su questo punto il rettore ha particolarmente insistito, dando risalto al Double Degree in Economia agro-alimentare, istituito sulla base della convenzione con l’Università di Wageningen (Olanda), e all’accordo con l’Università di Davis (California, Stati Uniti) nell’ambito del Programma Overseas. Il professor Ornaghi ha inoltre sottolineato che lo sviluppo della sede si è reso possibile grazie alla proficua collaborazione con la Provincia, il Comune, la Camera di Commercio di Cremona, l’Istituto Gregorio XIV per l’educazione e la cultura, la Regione Lombardia e i principali soggetti privati del territorio.
Alla cerimonia sono intervenuti per un indirizzo di saluto il presidente della Provincia di Cremona Massimiliano Salini e il sindaco Oreste Perri mentre Gabriele Canali, docente di Economia agroalimentare della facoltà di Agraria, ha tenuto una relazione sul tema L’agroalimentare italiano e la sostenibilità: le sfide, i vincoli e le opportunità. «Purtroppo la sostenibilità è stata fatta a pezzi - ha affermato Canali -, dimenticando che le scelte (produttive, politiche, imprenditoriali, di consumo) devono essere valutate complessivamente. Non tutto ciò che sembra sostenibile in realtà lo è, e non ovunque. È tempo di una politica lungimirante nel campo agroalimentare, che valorizzi le risorse umane, ambientali ed economiche del nostro Paese». La cerimonia si è conclusa con la tradizionale foto di gruppo del Rettore con i laureati delle facoltà di Agraria e di Economia e con i diplomati dell’Alta Scuola Smea, che hanno posato sulla scalinata all’ingresso del Palazzo Ghisalberti.