“Il maiale, l’anatra e la faraona” è una fiaba inventata dai bambini e dalle bambine di Haiti, che l’editore Carthusia ha trasformato in un libro bilingue (italiano e francese) della collana “Storie sconfinate”, presentato nei giorni scorsi alla “Children’s book fair” di Bologna. Il libro rientra nelle attività avviate durante l’intervento psico-sociale promosso dal Centro di Ateneo per la solidarietà internazionale dell’Università Cattolica in seguito allo tsunami del 2010, il cui obiettivo è stato quello di creare uno spazio sicuro e strutturato che mettesse i bambini al riparo dal dramma generato dal sisma e al tempo stesso li aiutasse a crescere e a capire meglio quanto è accaduto.
L’atelier della fiaba è stato condotto dagli insegnanti dell’École Saint Charles Borromée con i bambini durante il campo estivo Creactivété di Port au Prince. Una scelta opportuna quella della fiaba perché il suo linguaggio creativo è un eccellente promotore della resilienza, rappresentando un canale espressivo familiare per il bambino, che attraverso di essa, riesce ad accedere in modo immediato e diretto al suo mondo interiore. La fiaba è capace di raccontare verità anche crude e difficili da vivere, ma con parole leggere nel contesto protetto del racconto. Anche i personaggi consentono al bambino che ha vissuto esperienze analoghe di identificarsi e al tempo stesso di distanziarsi dagli eventi e di rielaborare vissuti ed emozioni ancora minacciosi ma più facili da affrontare con la fantasia.
“Il libro, con il testo francese a fronte, verrà distribuito quest’estate a Haiti dove per l’occasione gli operatori della Cattolica terranno un corso intensivo di formazione agli insegnanti per l’utilizzo della fiaba con i bambini. Il ricavato della vendita dei libri in Italia servirà poi a finanziare questa fase conclusiva del progetto”, dice la professoressa Cristina Castelli, responsabile scientifico del progetto Haiti, realizzato, e direttore del master in “Relazioni di aiuto in contesti di vulnerabilità e povertà nazionali e internazionali”.