Assistere le donne vittime di violenza e abusi in un centro dedicato che offra interventi medico-sanitari e supporto psicologico. Con queste finalità è nato presso il Pronto soccorso del Policlinico Gemelli il Servizio di Accoglienza Donna - ADa inaugurato alla vigilia della celebrazione dell’Otto marzo dal Sindaco di Roma Gianni Alemanno, intervenuto al taglio del nastro del centro insieme all’On. Lavinia Mennuni, Delegata del Sindaco per le Pari Opportunità, all’avvocato Francesca Mondani, rappresentante del Ministero delle Pari Opportunità, e a don Andrea Manto, responsabile dell’Ufficio nazionale per la Pastorale della sanità della Conferenza Episcopale Italiana.
Ad accoglierli Antonio Cicchetti, Direttore amministrativo dell’Università Cattolica, Mons. Sergio Lanza, Assistente ecclesiastico generale, Paolo Magistrelli, Preside della Facoltà di Medicina, Cesare Catananti, Direttore del Policlinico Gemelli, Giancarlo Furnari, Direttore di Sede della Cattolica di Roma, e Salvatore Mancuso, Presidente del Comitato etico del Policlinico Gemelli. “Il nuovo servizio è un impegno sulla scia della solidarietà che ci caratterizza come istituzione”, ha detto il prof. Catananti nel saluto iniziale, sottolineando “l’importanza di una funzione integrata con le altre offerte dal Gemelli per un supporto più solidale alle donne che subiscono una violenza fisica o psicologica”.
Il Servizio ADa nasce da un’iniziativa del Dipartimento per la Tutela della Salute delle Donna e della Vita Nascente del Gemelli con l’Ufficio delle Pari Opportunità del Comune di Roma. “L’obiettivo che il Servizio ADa si propone di realizzare si accorda con l’esigenza emersa sempre di più nella nostra Regione di far fronte alle violenze inflitte alle donne attraverso l’attivazione di un servizio interdisciplinare - ha detto Giovanni Scambia, Direttore del Dipartimento per la Tutela della Salute della Donna del Policlinico e responsabile del Servizio -. Pertanto, le donne vittime di violenze e abusi avranno al Gemelli un centro dedicato per l’assistenza sanitaria e psicologica, che in questi casi è il primo intervento necessario. Contemporaneamente ci raccorderemo alla rete già presente sul territorio promossa dal Comune di Roma, che fornisce assistenza sociale e legale H24. L’integrazione di questi interventi permetterà alle donne di sentirsi più sicure nell’affrontare il percorso di affrancamento da chi le maltratta nel caso di violenza familiare e di avere un contesto di accoglienza e di presa in carico nel caso di abusi perpetrati in situazioni di disagio sociale”.
“Un servizio - ha ricordato Lavinia Mennuni, Delegata del Sindaco per le Pari Opportunità - che rientra nel progetto del Comune per la lotta contro ogni forma di abuso verso le donne. La presenza di una psicologa dedicata è fondamentale. Il mio sogno è che alla lunga ci siano servizi di questo tipo in varie parti delle città. Auspico che un giorno ce ne siano quattro dislocati nei punti cardinali di Roma, in modo da fornire assistenza totale alle donne che subiscono violenza nella nostra città. Quello che vogliano creare è una rete interistituzionale per fare in modo che, se si verifica un caso di violenza, ci sia la massima rigidità per colpire i colpevoli, ma anche il massimo sostegno alle vittime”.
Ma anche la solitudine amplifica il trauma. “Quanto realizzato è un segno concreto di vicinanza e presenza per non aggiungere al dramma della violenza quello dell’indifferenza e dell’abbandono”, ha sottolineato don Andrea Manto.
A conclusione della cerimonia il Sindaco Gianni Alemanno ha affermato che “l’iniziativa rientra nel piano complessivo che il Comune sta realizzando per la difesa delle donne. Oltre a quello delle istituzioni – ha detto - è però importante il contributo della società civile o, come in questo caso, degli ospedali di eccellenza. Il problema della violenza non è soltanto legato all’aspetto fisico ma è anche e soprattutto psicologico. Un servizio come questo serve ad evitare che il dramma delle donne che hanno subito violenze o abusi venga affrontato solo con la freddezza del dato scientifico e fare in modo che chi già soffre si senta considerato una persona. Quando c’è una violenza su una donna spesso si dimentica l’aspetto più importante, quello psicologico. Qui le donne che subiscono abusi o violenze potranno ricevere assistenza adeguata anche sotto questo aspetto. Inoltre può essere utile instaurare un ambiente amichevole per dare la possibilità a queste donne di aprirsi e far emergere, nel rispetto della privacy, quanto è accaduto”.