Aprendosi all’ignoto si può trovare ciò che non si cercava: questo è il mondo dell’ignoranza creativa.
E’ quanto sostiene l’economista Piero Formica, uno dei massimi studiosi di economia dell’innovazione, invitato dal professor Paolo Rizzi a tenere nel suo corso di Politica economica un intervento dal titolo “Un po’ di ignoranza serve davvero per innovare?”
Piero Formica fondatore dell’International Entrepreneurship Academy, Senior Research Fellow dell’International Value Institute presso la National University of Ireland (Maynooth, Dublin) e direttore di un laboratorio di sperimentazione di startup innovative presso il centro di imprenditorialità della stessa università è stato introdotto dal prof. Enrico Ciciotti del Laboratorio di Economia locale dell’Università Cattolica.
Formica ha illustrato quel processo di "ignoranza creativa" che è alla base della creazione di ricchezza evidenziando i vantaggi dell'ignoranza in relazione alla capacità di produrre innovazione, vero motore dell’economia. Un’ignoranza (creativa) che lo stesso Formica definisce “una perturbazione che illumina i non esperti, che non hanno una mappa della conoscenza a cui affidarsi e per questo creano percorsi inediti”.
Secondo il professor Formica, “il modello economico odierno si basa su persone specializzate, anche troppo, in un solo tipo di sapere. L’ignorante creativo invece si addentra in altri mondi, rompe le regole e crea un processo che si basa sull’immaginazione e che alla fine porta all’innovazione”.
“Nel mondo – prosegue Formica – ci sono due profili professionali: quello del trovatore di sentieri, cioè di colui che si muove utilizzando tappe cognitive preesistenti, seguendo regole, principi e strategie già perfezionate e quello del creatore di sentieri, cioè di colui che utilizza l’immaginazione, l’introspezione e la percezione essendo consapevole che la conoscenza ha dei confini, mentre l’immaginazione è illimitata”.