Ha appeso al chiodo le scarpette, messo da parte gli allenamenti con le compagne e le allenatrici, ha rinunciato – non certo senza fatica – ad una luminosa carriera in ambito calcistico avviata sotto i migliori auspici e frutto di un impegno totalizzante e costanti sacrifici, per approfondire gli studi presso la facoltà di Scienze religiose con l’obiettivo di aiutare concretamente gli altri.
Elisa Mele, classe 1996, ha le idee chiarissime nonostante la giovane età. Occhi chiari, semplicità e spontaneità contagiose, e una determinazione non comune, è intervenuta nell’ambito del convegno Sogni e Bisogni. Pensare avanti: tra sfide e traguardi - evento inaugurale del Corso di laurea Progettazione pedagogica e formazione delle risorse umane – per raccontare la sua storia.
“Ho iniziato a giocare a calcio, per gioco, all’età di 6 anni all’oratorio, ero l’unica femmina in mezzo a una squadra di maschi ma una talent scout del Brescia Calcio mi notò e chiese subito a mio padre di reclutarmi. La prima risposta fu negativa ma poi, l’anno seguente, la mia famiglia acconsentì e fu l’inizio di tanti sacrifici ma anche tante, tantissime soddisfazioni. Il calcio mi ha dato moltissimo sia a livello umano – il rapporto stretto con le mie compagne e allenatrici è stato fondamentale – che professionale con 44 presenze nella Nazionale femminile di Cabrini, 8 reti in 11 stagioni tra settore giovanile e prima squadra”.
Poi la svolta: “E’ stata una scelta pensata, per nulla improvvisata, sofferta e per cui ho pianto molto. Tuttavia, giunta a questi livelli, il calcio mi chiedeva tutto ed io mi sono trovata a dover scegliere se destinare “il mio tutto” allo sport oppure se donarlo agli altri. Da ciò, a poco a poco, è nata la consapevolezza e poi la decisione e la fede mi ha aiutato molto in questo. Ora sono iscritta al primo anno di Scienze religiose, e sono da poco tornata da un viaggio in Mozambico dove io e altri 10 volontari ci siamo confrontati e abbiamo aiutato persone, bambini e famiglie alle prese con difficoltà concrete e quotidiane per noi impensabili. Non so precisamente dove mi porterà il futuro, ma sono certa che la direzione sia quella giusta”.