In principio fu Euclide, che nel 300 a.C. enunciò dal punto di vista matematico la sezione aurea – principio fondamentale di equilibrio e armonia – già utilizzata da molte delle grandi culture antiche, come quella greca, egizia o assiro-babilonese.
Compiendo un grande balzo in termini geografici e cronologici, anche architetti, artisti e umanisti di epoca rinascimentale pescarono a piene mani dalle più evolute conoscenze matematiche dell’epoca per dare forma concreta a un ideale di bellezza costruito sull’equilibrio prospettico e un’armonia delle proporzioni.
Un legame dunque stretto e millenario, quello tra matematica e produzione artistica, che nella contemporaneità perdura nel lavoro di artisti come Rinus Roelofs (1954), protagonista del seminario Art about Mathematics, promosso dalla Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e naturali.
Olandese di nascita, una laurea in matematica applicata conseguita all’Università degli studi di Enschede, e una successiva presso l’Accademia di Belle arti con specializzazione in scultura, Roelofs è l’autore di sculture in legno, plastica, nylon, alluminio, carta e polimeri in cui il legame tra le due discipline permette, da un lato, di ottenere strutture la cui bellezza ipnotica è il risultato di calcoli algebrici, dall’altro di facilitare e stimolare la conoscenza e l’approfondimento di teoremi matematici sulla scia di una bellezza estetica osservata.
Quanto peso ha la tecnologia in tutto ciò? Non poco. In particolare per la realizzazione di modellini e studi preparatori per le grandi installazioni ambientali che Roelofs espone in tutto i mondo, stampati mediante l’ausilio di stampanti 3D.