di Nicola Graziani, Laura Oliveti, Paolo Mastore*
Da Brescia ad Atene per conoscere alcune realtà di aiuto presenti nella comunità greca di Neos Kosmos, ed assistere all’inaugurazione del primo consultorio familiare di ispirazione cristiana ad Atene, alla presenza di alcune importanti autorità ecclesiastiche locali - l’Arcivescovo della chiesa Cattolica di Atene, l’Arcivescovo della Chiesa Ortodossa e il Vescovo della chiesa Armena Cattolica.
L’apertura del servizio è stata possibile grazie all’operato di diversi enti tra cui la Confederazione Italiana Consultori Familiari di ispirazione Cristiana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore (CESPEF), rispettivamente rappresentati dal Presidente Don Edoardo Algerie dalla professoressa Livia Cadei.
A gestire il centro sarà un’équipe multidisciplinare composta da Elena Tommolini, consulente familiare, Katia Scuderi, educatrice, Patrizia De Sorbo, psicologa e Marta Acuto, ginecologa.
Fulcro centrale dell’impresa è l’importanza data alla famiglia intesa nella sua totalità, con bisogni complessi che possono essere presi in carico in un unico spazio. All’interno della struttura abbiamo infatti avuto la possibilità di partecipare attivamente ad alcuni dei momenti salienti della vita del servizio, quali la distribuzione del vestiario e l’attività di doposcuola con bambini e ragazzi durante lo svolgimento di compiti e gioco.
Significativa è stata anche la visita alla Capanna di Betlemme, una casa aperta ai senzatetto, ai quali sono offerti quotidianamente pasti caldi, docce e posti letto. Un luogo ricco di diversità culturali in cui abbiamo percepito forti sentimenti di convivialità e solidarietà.
La Social House, invece, è un centro di accoglienza per famiglie in difficoltà, che garantisce alle persone un luogo sicuro dove provare a costruire progetti di inserimento lavorativo e sociale.
L’ospitalità a noi studenti è stata offerta dall’Ordinariato Armeno Cattolico di Atene guidato da Mons. Joseph Bazouzou, punto di riferimento del quartiere che attualmente accoglie circa venti rifugiati siriani in fuga dalla guerra e alla ricerca di un futuro in Europa.
Abbiamo avuto la possibilità di incontrare questi ragazzi, ascoltare le loro storie e confrontarci con loro rispetto alle speranze e ai desideri futuri.
Ci siamo immersi in un contesto che è paradigmatico di un’Europa tanto in difficoltà quanto ricca di persone disponibili e propositive, e questo ha fatto nascere in noi molte riflessioni.
Ad esempio, quanto è importante, oltre a far fronte alle urgenze, ipotizzare una progettualità a lungo termine? Come è possibile mantenere una continuità rispetto a questa esperienza, una volta tornati in Italia? Qual è il significato di svolgere questo tipo di attività nel periodo universitario, momento fondamentale nella formazione di un pensiero e una visione complessa della realtà?
Ci siamo posti domande su quello che accade intorno a noi; ci siamo fatti spiazzare ed interrogare da luoghi e persone.
*studenti di Pedagogia interculturale - Laurea magistrale in Psicologia degli interventi clinici nei contesti sociali