di Giuliana Grimaldi
«Tutta la scienza contemporanea ha bisogno della cultura cattolica per non frammentarsi e far comunicare tra loro i diversi settori specialistici» e stimolare questa cultura è compito dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. È quanto sostiene il rettore Lorenzo Ornaghi che ha aperto nell’aula magna di largo Gemelli l’anno accademico 2010-11 alla presenza di studenti, docenti e autorità.
Per testimoniare una cultura cattolica che produce «scienza in virtù di un metodo autenticamente scientifico», che amplia «gli orizzonti della conoscenza» e usa gli «avanzamenti della ricerca realmente per il bene dell’uomo e dell’umanità», il rettore ha chiamato Julien Ries, il teologo belga fondatore dell’antropologia religiosa. L’ateneo di padre Gemelli ha deciso, infatti, di conferire al gesuita la laurea honoris causa in Scienze della formazione. Come si legge nella motivazione, gli studi di Ries mostrano quanto «la religiosità non appartenga a uno stadio della storia umana destinato a essere superato, ma rappresenti piuttosto una dimensione essenziale dell’essere dell’uomo, una componente strutturale dell’esistenza umana e del suo dispiegarsi nel tempo».
Nel novantesimo anniversario della fondazione, l’ateneo dei cattolici italiani, come spiega il rettore Ornaghi, vive un poderoso cambio generazionale: un numero rilevante di docenti è giunto al termine del proprio iter accademico, e tra questi anche quattro presidi di facoltà. Il cambio della guardia ha interessato in particolare Lettere e filosofia, Giurisprudenza, Scienze politiche e Medicina, facoltà che verranno guidate rispettivamente dai professori Angelo Bianchi, Gabrio Forti, Carlo Beretta e Rocco Bellantone.
L’università si dimostra vitale e in espansione: le immatricolazioni sono cresciute per i corsi di laurea sia triennale che magistrale, si sono moltiplicati gli accordi di partnership con le imprese e gli scambi internazionali; restano, però, aperte due gravi questioni: la condizione del Policlinico “A. Gemelli”, che riceve un flusso decrescente e irregolare di risorse, e i tagli più generalizzati di fondi a danno degli atenei. Fra tutte le università non statali, precisa il professore Ornaghi, «la nostra è stata più colpita delle altre, dopo il taglio di 12 milioni di euro».
Difficoltà di ordine economico ma non solo. Nell’omelia della liturgia eucaristica, il cardinale Dionigi Tettamanzi ha rilevato come al «grande desiderio di futuro» manifestato dai giovani non sempre corrisponda un’adeguata risposta della società, lacerata troppo spesso «da sospetti e forme diverse di aggressività e ingiustizia».
Problemi che impongono all’Università Cattolica una nuova sfida: scoprire modalità più urgenti per realizzare la missione ribadita dal Santo Padre. Vale a dire, «formare una nuova generazione di cattolici, persone interiormente rinnovate che si impegnino nell’attività politica senza complessi di inferiorità». Il rettore ne è convinto: accompagnare studenti e docenti nel loro cammino di formazione intellettuale e morale anche al tempo della crisi è possibile. E l’antropologia religiosa proposta da Julien Reis è un modello al quale l’Università Cattolica guarderà concretamente nella pratica formativa quotidiana.
Basilica di sant’Ambrogio
Omelia del cardinale Dionigi Tettamanzi
Arcivescovo di Milano [file pdf]
Aula Magna dell'Università Cattolica
Discorso inaugurale del Magnifico Rettore
professor Lorenzo Ornaghi [file pdf]
Saluto del cardinale Dionigi Tettamanzi
Presidente dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori [file pdf]
Prolusione del professor Julien Ries [file pdf]
"Morte, sopravvivenza, immortalità. Il pensiero e le tradizioni religiose dei popoli"