L’Italia del futuro sarà un Paese digitale. Lo afferma il Libro Bianco sui contenuti redatto dall’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presentato lo scorso 1° aprile in largo Gemelli per iniziativa della facoltà di Scienze politiche, che ha invitato relatori provenienti da diverse esperienze professionali per tracciare le linee guida secondo cui si evolveranno le reti nel prossimo futuro in Italia.
L’introduzione dell’incontro è toccata al preside della facoltà Carlo Beretta, che ha spiegato come il Libro Bianco dell’Agcom sia il prodotto di due anni di studi e analisi del sistema e che la pubblicazione guarda allo scenario della convergenza digitale. Proprio l’evoluzione delle ricerche che hanno portato alla stesura del testo è stato l’oggetto dell’intervento di Fulvio Ananasso, direttore dell’ufficio studi dell’Agcom. «La convergenza digitale è il tema approfondito nel primo capitolo del Libro bianco; nel secondo capitolo è illustrata la struttura del nuovo mercato e dei suoi contenuti – ha detto Ananasso –; nel terzo, infine, si offre al lettore spunto per una riflessione sulla possibile futura regolamentazione dei contenuti nel sistema delle comunicazioni».
Fausto Colombo, direttore dell’OssCom, il Centro di ricerca sui media e la comunicazione della Cattolica, ha ricordato come ci sia una diseguale digitalizzazione e fruizione delle reti nel nostro Paese, e che rimanga da superare una questione culturale: «Il nostro Paese ha difficoltà a riconoscere la cultura come elemento di mobilità sociale - ha dichiarato il professore -, anche se bisognerebbe essere consci del fatto che crescita culturale significa anche maggiore attenzione all'innovazione e dunque anche al mondo del digitale, e più voglia di produrre e di usufruire dei contenuti». Il professor Colombo ha inoltre sottolineato l’importanza di una policy sul tema del digitale come quella disegnata nel Libro Bianco, perché un progetto di sviluppo digitale non può prescindere dalla costruzione di un progetto di Paese e aiuti a spingerlo verso l’innovazione.
Gli aspetti qualificanti del sistema disegnato dal Libro Bianco sotto il profilo giuridico sono stati descritti da Ugo Draetta, docente di Diritto delle comunità europea in largo Gemelli, che ha parlato di necessità di regolamentazione a livello internazionale. «Ho potuto cogliere alcuni punti significativi nella recente pubblicazione dell’Agcom: innanzitutto un riposizionamento dei media tradizionali, una progressiva svalutazione dei devices e una moltiplicazione dei prodotti offerti, causa di nuove problematiche per il diritto. Neutralità tecnologica, tutela della privacy e dei diritti della persona devono andare di pari passo con lo sviluppo delle reti», ha concluso Draetta.
Al termine degli interventi si è svolta una tavola rotonda, moderata da Augusto Preta, coordinatore del Libro Bianco, a cui hanno partecipato Claudio Giua, direttore innovazione del gruppo l’Espresso, Fabiano Lazzarini, general manager Iab Italia, Enzo Mazza, presidente Fimi, Guido Merzoni, docente di economia politica in Cattolica, Gina Nieri, vicepresidente Rti.
Al centro del dibattito le sfide che i nuovi e vecchi soggetti produttori di contenuti devono affrontare con l’avvento del digitale. In particolare è emerso con una certa rilevanza la tensione che attraversa il rapporto tra tradizionali “possessori” dei contenuti (broadcaster, editori, produttori musicali) e i nuovi player digitali sui temi caldi del diritto d’autore e della circolazione dei contenuti.
Se questo moltiplicarsi dei prodotti offerti, nonché delle modalità di fruizione e di distribuzione dei contenuti, da un lato aumenta le possibilità dei consumatori di accesso all’informazione e alla conoscenza e amplia i mercati di sfruttamento per l’industria, al contempo solleva una serie di problematiche fondamentali, che lo sviluppo della banda larga tende ancor più a drammatizzare: la tutela e la gestione dei diritti digitali, i diritti di proprietà intellettuale, l’accessibilità dei contenuti, la tutela della privacy e quella dei minori. Connessi a questi temi dei contenuti online emergono con forza le problematiche del copyright in ambiente digitale e la regolazione (o meno) dei nuovi soggetti forti, coloro che detengono le leve principali dello sviluppo di internet, come gli aggregatori e i motori di ricerca.
La possibilità di distribuire e scambiare agevolmente contenuti attraverso canali digitali determina conflitti sempre più frequenti tra l’accesso libero e senza limiti ai contenuti e l’esigenza manifestata dagli operatori di rete di gestire il traffico Internet sulla propria infrastruttura per evitarne la congestione.
A conclusione dell’incontro è intervenuto Nicola D’Angelo, commissario dell’AgCom che ha sottolineato come questa “tensione” non può essere sciolta se non attraverso una regolamentazione chiara e puntale ad opera dei soggetti garanti del buon funzionamento del mercato dei contenuti in Italia e a livello europeo. Si tratta di un’opera delicata ma necessaria che si pone, tramite la figura dell’Autorità, di mediare, ad esempio con apposite politiche di pricing come già si sta sperimentando altrove, o altre forme di incentivazione da creare, tra produttori di contenuti e gestori della rete.
Essenziale appare il ruolo del regolatore riguardo il tema della net neutrality. In questa chiave i contenuti rappresentano un fattore primario per lo sviluppo della domanda di banda larga e ultra larga e la creazione di meccanismi di gestione della rete ritenuti necessari, basati sulla qualità del servizio (vs best effort) possono determinare forme di discriminazione che potrebbero sfociare nell’arbitrarietà se non fossero opportunamente regolamentate. Il commissario AgCom ha chiuso il suo intervento con l’auspicio che si riesca a creare una policy adeguata e rinnovata nel rispetto dei nuovi tempi e modi della produzione e del consumo che favorisca gli editori nella produzione di innovazione sulla rete nel rispetto del diritto alla riservatezza degli utenti.