È un gioco apprezzato da bambini e adulti ma, almeno in Italia, non erano state ancora studiate le sue potenzialità nell’apprendimento scolastico. Geomag, le barrette magnetiche che fanno divertire e ingegnare grandi e piccini - già un classico anche se a pochi anni dall’introduzione - è entrato in classe e i ricercatori del Cremit hanno osservato l’effetto che fa tra alunni, studenti e insegnanti alle prese con questa novità.
La sperimentazione sull'utilizzo di Geomag nelle scuole è stata realizzata dal Cremit nel mese di ottobre 2010 nella scuola primaria e nella secondaria di primo e secondo grado, coinvolgendo un totale di 120 ragazzi. L’obiettivo era riflettere sulle diverse implicazioni nella didattica: favorire l’apprendimento e lo sviluppo di competenze specifiche, nell'ottica di una didattica costruttivista, per i ragazzi della secondaria; stimolare la creatività dei bambini e creare occasioni di interazione collaborativa all’interno del gruppo classe per quanto riguarda i bambini della primaria.
Dal “diario di bordo” compilato dagli insegnanti durante la sperimentazione emergono entusiasmo e un’attiva partecipazione dei ragazzi, un surplus di attenzione alla lezione, l’ascolto delle richieste e la collaborazione che nella maggior parte dei casi ha caratterizzato il gruppo classe soprattutto nei momenti di difficoltà, il rispetto del lavoro di tutti, e infine la conoscenza e osservazione della realtà circostante. I bambini, per esempio, hanno fatto conoscenza, in maniera indiretta, del fenomeno del magnetismo, hanno utilizzato le misure e costruito dei solidi. Le attività didattiche con Geomag sono state adattate alle classi e all’età dei soggetti coinvolti. Per i più piccoli si è trattato di realizzare costruzioni libere, raffigurare se stessi e unire i personaggi in un girotondo. Nella terza classe della primaria sono state affrontate anche semplici nozioni di geometria attraverso la costruzione di triangoli, in seguito uniti in un'unica costruzione tridimensionale, frutto della collaborazione fra tutti i bambini. Infine è stato costruito un paesaggio ideale: “la città del futuro” per la terza e “il paese ideale” per le prime. I dati raccolti attraverso i disegni per i più piccoli e un questionario e un focus group (una sorta di intervista di gruppo condotta dal ricercatore) per i più grandi sono stati la cartina tornasole del lavoro svolto.
Diverso e più complesso il progetto realizzato nella scuola secondaria superiore, dove Geomag ha avuto una connotazione fortemente disciplinare e un utilizzo volutamente strumentale, legato alla didattica di discipline scientifiche. Le barrette magnetiche sono state utilizzate soprattutto per la costruzione di figure tridimensionali a dimostrazione del fenomeno del magnetismo nel campo della fisica e delle strutture molecolari delle argille nell'ambito della chimica. Dall’osservazione dei ricercatori che hanno assistito alla sperimentazione emergono cinque elementi di interesse: una maggiore strutturazione delle lezioni e una forte presenza del docente; una didattica costruzionista di insegnamento attraverso l’attività pratica; un interesse della classe per l’attività didattica; l’attivazione nei ragazzi di diversi tipi di intelligenza (verbale e logico-matematica, visiva e corporeo-cinestesica, interpersonale e intrapersonale); il rinforzo negli studenti della propria rappresentazione del “sé scolastico” attraverso il raggiungimento degli obiettivi didattici. Significativo il commento di uno studente al termine del lavoro: «Non è stato come una lezione quotidiana dove ascolti e prendi appunti. Ho messo in atto ciò che imparavo e capivo ciò che facevo». La sperimentazione avviata nelle scuole si tradurrà presto in una pubblicazione con l’auspicio che si possa ripetere. Del resto la stessa azienda produttrice ha dichiarato l’interesse a proseguire l’attività di collaborazione con le scuole, considerando un valore aggiunto l’utilizzo “educational” del prodotto.